Rassegna storica del Risorgimento
GORIZIA
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1944
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36
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Ranieri Mario Cossàr
Ài monti ! Ai monti ! Vi si sta tanto bene in questa stagione, a opprimere schiavi vadano i magiari oggi seduti alla mensa del dominatore ove si sono adagiati, aiutando a conculcare gli oppressi e dimenticando i loro migliori cittadini appiccati dall'Austria.
Anzi prendete esempio dei superbi figli delle montagne ed imparate da loro, come si debellano i soldati dei tiranni.
La gioventù, italiana non vi lascierà soli ai monti a combattere austriaci.
Noi vecchi andremo numerando le vostre imprese al mondo, e ne acquisteremo la simpatia come lo merita la causa vostra che è causa di libertà e di giustizia.
Giuseppe Garibaldi Giuseppe Avezzana.
I I
Per il quarantottesimo compleanno di Francesco Giuseppe I, il 18 agosto, i nostri patriotti avevano voluto far presente ai governanti stranieri che Gorizia, per i numerosi arresti dei suoi figli, si sentiva più. che mai fieramente italiana.
Una grande bandiera tricolore era stata ancora una volta issata sopra la cella campanaria del Duomo, la notte del 17, in cui erano pure stati sparsi, per le vie e le piazze della città, innumerevoli proclami irredentisti.
Alcuni di questi erano stati spediti per posta a tutti i ministri in Vienna, al luogotenente in Trieste barone Felice Pino de Friedenthal, al capitano distrettuale in Gorizia consigliere aulico barone Francesco de Rechbach, al procuratore di Stato Michele Urbancic e al commissario di polizia Francesco de Marquet.
Ecco il testo del proclama:
Cittadini!
In questo giorno di lutto per noi, la plebaglia gallonata ai servizi del dispotismo, associatasi alla prezzolata masnada degli sgherrani, celebra con canti e suoni, come un fausto avvenimento, l'anniversario della nascita di S. M. l'Imperatore AustroUngarico 'Francesco Giuseppe I.
Al clamore assordante della rea gazzarra, opponete il maggiore disprezzo vostro, o cittadini.
Ognuno di voi si rammenta die mentre ancora in questo estremo lembo di terra italiana irredenta, i traditori della patria festeggiano l'anniversario della nascita di un coronato oppressore là sulle zolle dell'iuospite terreno della Bosnia e dell'Erzegovina, atrocemente fulminati dal ferro e dal piombo, in nome di lui cadono a centinaia i nostri fratelli, il di cui sangue non a legittimare il delitto di una infame conquista, ma a prò dell'indipendenza e del riscatto della patria schiava, dovrebbe esser versato.
Che il grido disperato 'delle madri, delle spose, delle sorelle, e delle fidanzato, dei fratelli assassinati, si converta in maledizione e scoppi come fulmine sul capo dell'eterno nostro oppressore,