Rassegna storica del Risorgimento
GORIZIA
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1944
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Ranieri Mario Cassar
possibile una fuga dì faci giorno, fecero occupare dalle guardie militari gli anditi e cortili, ove è precisamente il portone di uscita e ciò solamente dalle 8 poni, sino alle 6 arit. cambiandone ogni due ore, la quale operazione notturna si faceva col camminare con stivaloni ben inferrati, nonché con il continuo scampanellare di tre campanelle procurando con tutto ciò un tale rumore da impedire dal riposare. Ad ogni lamento, il militare rispondeva col battere e camminare più forte e col dire in tedesco: (Schweig Hund) taci cane!
Dopo che ebbi maturato il tutto per la fuga, tosto spedii col solito mio mezzo di corrispondenza secreta altre comunicazioni del progetto di fuga del tenore seguente:
Ho scelto i due giorni di sabbato e lunedi onde evitare la giornata di domenica perchè in questo giorno aveva servizio e precisamente al portone d'uscita, il più avveduto guardiano che vi sia, il Leban.
Soltanto io usava tutta la prudenza e tutte le arti affine di star in buone con costui.
Li 13 e 14 Dicembre venne il giudice ed interrogarmi in presenza dei due assessori per sette ore continue.
Immaginatevi in quale posizione mi trovassi. Prestare attenzione alle dimando per rispondere analogamente onde non compromettermi, avere la chiave di sortita in saccoccia presenti tutti e mentre le correttine stavano ad aspettarmi nei siti progettati. Tutto ciò non è forse cosa da romanzo? Terminata che fu a notte avanzata questa visita, mi chiusero alle 7 pò in. nella mia cella, e per maledizione chiusero anche il catenaccio esterno che quasi sempre lasciavano aperto tutti i guardiani, escluso lo zelantissimo Leban. Perciò non potei fuggire nemmeno dalle 7 alle 7 e mezzo ad onta che potessi con un ferretto, che teneva pronto e con facilità aprire dalla parte interna la serratura della porta.
Andando fallito questo colpo di fuga, scrissi dalle carceri col mio solito mezzo postale in punto alle 7 e mezzo pom. del giorno di sabato 14 Dicembre 1878 quanto segue: Oggi per fatalità sono stato disturbato con esami e visite sino olle 7 poni.; questa sera quindi impossibile la fuga. Bisogna avvertire gli amici delle due correttine, che temendo lunedi altri esami ed oltre visite del giudice, ed onde non credono gli amici di Udine che mi attendono che non sia sortito per mancanza di coraggio, domani domenica tenterò la fuga due volte benché sia al portone il guardiano Leban, la prima alle 4 e tre quarti pom. precise, e la seconda dalle 6 e un quarto alle 7 e mezzo. Non riuscendomi domani la fuga allora la tenterò due volte, e alle stesse ore il lunedi susseguente. Aspettai con ansietà la risposta e l'ebbi alla una pom. di domenica. Essere tutto all'ordine preparato come mio desiderio per le ore e giorni indicati.
Pranzai all'una e un quarto pom. ed avvicinandosi le 3 e mezzo pom, preparai tatto per la fuga non escluso il berretto che ebbi sul capo una sol volta nell'anno 1873. Alle 3 e un quarto vestito come il solito, col berretto in tasca del paletot, sortiva dalla mia cella. Fumava un sigaro confabulando col Capo custode e girando l'andito. Dopo un quarto d'ora, il Capo custode mi lasciò per recarsi nel suo alloggio. Subito dopo però si avvicinò a me il famoso Leban domandandomi un'infinità di cose, a (Tutto insignificanti, delle quali non curandomi punto rispondeva alla meglio avendo l'affare della fuga in capo.
Ma ceco Bopraggiungere un'altra fatalità.
Precisamente alle 2 e mezzo pom. di questo giorno, un detenuto già condannato, tale Battistellu, otteneva il permesso di recarsi nella camera dei guardiani, in primo piano, onde scrivere una lettera olla sua famiglia. Terminata questa lettera alle 4 e