Rassegna storica del Risorgimento

GORIZIA
anno <1944>   pagina <48>
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Ranieri Mario Cossùr
petardi acquistati in seguito a tale incarico la polvere a Udine e consegnata, la stessa ad esso Jamseg e per avere per tale modo col somministrare i mezzi promosso il fatto consistente in ciò che la sera del 23 giugno 1878 furono collocati da altre persone nella citta di Gorizia due petardi, uno in casa de Luzenberger e l'altro nella casa N. 382 in Vìa delle Monache* che non esplosero soltanto per ostacoli sopravvenuti, il quale fatto costituisce un'azione conducente all'effettiva esecuzione del proposito degli autori del collocamento di detti petardi, di far cioè uso di minaccia di lesione nel corpo e nelle sostanze atta ad incutere serio e fondato timore per le qualità personali di chi la soffre e per l'importanza del male minacciato, e cioè allo scopo di cagionare paura ed inquie­tudine agli abitanti della città di Gorizia, quindi ad un intiero Comune, e per essersi con ciò reso contabile di correità nell'attentato crimine di pubblica violenza previsto dei 5, 8, 99 C. P. punibile a mente del 100 2a parte Codice stesso.
4. Stefano Riavitz fu Antonio, da Gorizia, d'anni 32, cattolico, ammogliato senza prole, agente di commercio, alfabeta senza sostanza, incensurato, per avere nel po­meriggio del 23 giugno 1878 ricevuto per la diffusione da Carlo Jamseg alcuni esem­plari del proclama ad. lm lit. 6) e per averli diffusi la notte 23-24 giugno 1878 a Gorizia, e per avere quindi in modo remoto cooperato ad un'impresa tendente a distaccare una parte dello Stato e precisamente il Litorale, o parte di esso dal com­plesso dei paesi componenti l'Impero austroungarico, e con ciò commesso il cri­mine di alto tradimento, previsto al 58 C. P. punibile a mente del 59b 2a allinea Codice stesso.
5. Giuseppe Richetti fu Elia Vita, da Gorizia, israelita, d'anni 27, celibe, agente di commercio, senza facoltà, alfabeta, incensurato, per avere la sera del 23 giugno p. p. collocato sotto il portone della casa N. 382 in Via delle Monache, nella città di Gorizia, un petardo ed intrapreso con ciò un'azione conducente all'effettiva esecuzione del suo proposito di fare cioè uso di minaccia di lesione nel corpo e nelle sostanze atta ad incutere serio e fondato timore per le qualità personali di chi la soffre e per l'impor­tanza del male minacciato e ciò allo scopo di cagionare paura ed inquietudine agli abi­tanti della città di Gorizia, quindi ad un intiero Comune, essendo stato interrotto il compimento del divisato reato soltanto per ostacoli sopravvenuti e per avere con ciò commesso l'attentato crimine di pubblica violenza prevista dai 5, 8, 99 punibile a mente del 100 2a parte Codice penale.
6. Emilio Pogatschneg di Carlo, da Gorizia, d'anni 31, cattolico, celibe, agente di commercio, senza sostanza, alfabeta, incensurato, per avere al principio del mese di giugno 1878 fatto conoscere a Giuseppe Vinci, nell'incontro che questi gli aveva sve­lato il suo proposito di fare a Gorizia una dimostrazione antiaustriaca mediante getto di petardi, i particolari della fabbricazione di petardi, e avere egli per tal modo colla istruzione promosso il fatto addebitato a Giuseppe Richetti nonché quello consistente in ciò che la sera del 23 giugno 1878 fu dal predetto Giuseppe Vinci collocato nell'atrio' della casa Luzenberger in Gorizia un petardo colla miccia accesa,-il quale non esplose soltanto per ostacoli sopravvenuti, il quale fatto, al pari di quello posto a carico di Giuseppe Richetti, costituisce un'azione conducente all'effettiva esecuzione del proposito dell'autore di far cioè uso di minaccia di lesione noi corpo e nello sostanze, atta ad incu­tere serio e fondato timore per le qualità personali di chi la soffre e per l'Importanza del male minacciato, e ciò allo scopo di cagionare, paura ed inquietudine agli abitanti della città di Gorizia, quindi ad un intero Comune, rendendosi in tal guisa contabile di correità nell'attentato crimine di pubblica violenza previsto ai 5, 8, 99 C. P. puni­bile a mente del 100 2* porte Codice stesso.