Rassegna storica del Risorgimento

GORIZIA
anno <1944>   pagina <50>
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Ranieri Mario Cossàr
A confortare il patriotta veniva anche la sorella:
Caro Pepi
Gon tanta impazienza attendeva un tuo scritto, che vedendo trascorrere diversi giorni senza riceverne tue nuove, già quasi ne disperava che tu m'inviassi risposta, quando finalmente ci pervenne la tua cara lettera.
Amalia al pari di me t'è riconoscente; essa ti saluta, come pure Corrado, ed essi saranno ben felici il giorno che ti potranno avere in loro compania. Iddio voglia il tuo e loro desiderio, che altro non ci rimane a desiderare credimi.
Non temere caro fratello che il nostro affetto per te vada diminuendosi, ciò è cosa impossibile, ciò ti sia di conforto; - l'amore dell'intera famiglia ti rimase inalterato; e sono persuasa che se in certi momenti, avresti pensato all'affetto della tua famiglia, ora non fossimo costretti a compiangerti cotanto.
Non perderti di coraggio però ora che come speriamo la prova con cui Iddio volle dare a tutti, avrà la sua fine, quando saprai dove dovrai comparire famelo sapere, poi­ché per noi questa attesa è una agonia.
Ho piacere che almeno hai amena lettura onde distrarti un poco, Marie mi scrìsse ch'essa era trovarti.
Mio caro Pepi ti lascio, però il mio pensiero ti segue ogni istante, ed il mio desi­derio d'abbracciarti libero, è tanto grande che vorrei che i giorni avessero l'ali, mai mi sembrarono si eterni.
Addio nò voglio dirti a rivederci, poiché il mio cuore mi dice che presto potrò abbracciarti
la tua affezionata
sorella Carlotta Mulitsch.
*
Le lettere trasmesse il 7 ottobre 1878, dall'ufficio postale di Trieste, contenenti un ritaglio di La Patria del Friuli, nonché la deposizione della ghirlanda sulla tomba di S. M. il Re Vittorio Emanuele II in Roma, avevano provocato l'arresto di Giuseppe Brumali, il 18 febbraio, per ordine della Procura di Stato di Gorizia, sotto l'accusa di congiurare per il distacco di Gorizia dallo Stato austriaco e la sua aggregazione al Regno d'Italia.
Nello stesso giorno era stato pure arrestato il maestro di musica Erminio Mengotti, per sospetto d'avere sparso proclami incendiari, la notte fra il 23 e 24 giugno 1878, e per essere stato denunziato d'essersi espresso in modo compromettente in una caffetteria.
Di questi arresti, cosi scriveva L'Unione di Milano:
Gli arrestati di Gorizia Giovanni (sic!) Brumatti, agente di commercio presso una casa di spedizioni ed Erminio Menzotti (del), maestro di musica, sono estremamente compromessi essendosi trovate nella perquisizione fatta nelle loro case, alcune lettere dei capi deli'Italia irredenta. Vi, r. Procura sta istruendo il processo di alto tradimento a loro carico.