Rassegna storica del Risorgimento
GORIZIA
anno
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1944
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pagina
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Ranieri Mario Cossàr
polvere pirico, uno dei quali, esplodendo con forte detonazione verso le ore 6 sulle scale della casa de Stabile, al cui primo piano e situato il Casino della Concordia, nel quale in occasione dell'accennata fausta ricorrenza nella sera stessa doveva aver luogo, come, ebbe difatti, una festa da ballo, recò dei guasti a due statue di gesso e a delle piante di fiori ivi collocate, rompendo anche alcune invetriate di due finestre.
A tale fatto la Corte giudicante stimò giusto di attribuire la qualifica sostenuta dal pubblico Ministero e non combattuta dalla difesa, del crimine di pubblica violenza contemplata dal 99 Cod.pen. Imperocché, argomentando dalle circostanze di luogo e di tempo, quantunque gli autori del fatto agissero indubbiamente a sfogo di risentimento per le manifestazioni di suddita lealtà e devozione da parte di questa cittadinanza, egli è certo tuttavia, che Io scopo prossimo, cui miravano i colpevoli, era quello di cagionare paura ed inquietudine agli abitanti di questa citta, quindi ad un intiero Comune, com'è certo dall'altro canto, che il fatto in questione, per l'indole sommamente pericolosa dei mezzi posti in opera, costituiva una minaccia, atta senz'altro ad incutere serio e fondato timore a qualsiasi persona.
La prova di reità di confronto all'accusato Brcssani si appoggiava in prima linea al deposto giurato del teste Giovanni Miseri, il quale riuscì a purgarsi pienamente dei sospetti sulle prime insorti contro di lui, quale partecipe del fatto in parola. Attestava infatti il Miseri, avergli il Brcssani confidati a Trieste nel Settembre p. p. come il collocamento dei petardi nella ridetta sera fosse il risultato di un complotto, cui prese parte anche esso Brcssani, ed avergli questi altresì confidato, esser stato precisamente lui il Brcssani quello, che collocò il petardo, che esplose sulle scale della casa de Stabile.
La Corte giudicante ritenne veritiero siffatto deposto del Miseri, non tanto perchè confermato col giuramento, quanto perchè lo stesso imputato, sebbene sostenesse,* che il teste abbia deposto contro di lui per rancore, non valse pere ad addurre alcuna circostanza di fatto, che in qualche modo potesse appoggiare tale asserto, risultando anzi dalle ammissioni dello stesso accusato, che fossero state sempre buone leHoro relazioni, e nulla emergendo d'altronde dal processo, che facesse sospettare nel teste Miseri sentimenti d'inimicizia o di animosità contro il Brcssani. Né siffatto sospetto potrebbe ragionevolmente dedursi dalla circostanza, ch'esso Miseri fu nei Decembre 1873 arrestato quale presunto autore del collocamento del petardo in casa Stabile, dal momento che né il Bressani, né altro dei costui aderenti contribuì in qualsiasi modo a tale misura, né risulta, che il Miseri si avvisasse giammai di attribuirla ad alcuno dei suoi amici politici d'allora.
Che poi l'accusato nel fare le surriferite confidenze abbia detto il vero, risulta vieppiù dalla sua stessa ammissione, di essersi aggirato da solo nel periodo di tempo Ira le ore 53/4 e le 6 pom. in vicinanza della casa Stabile per ascoltare, a suo dire, la ' banda militare ed ammirare la luce elettrica, avvolgendosi però in rilevanti contraddizioni sul sito preciso, ove sarebbesi trovato al momento dell'esplosione del petardo, ed inoltre dalla circostanza, che il testimonio Giovanni Cav. de Bosizio poco prima dell'esplosione vide uscire dal portico di quella casa un individuo, i cui connotati si attagliano anche all'accusato Brcssani.
Le premesse circostanze, inoltro la squisita capacità dell'accusato a delinquere nella specie, risultante dalle sue precedenze e dallo informazioni avute sul conto suo ed i suoi convegni nel 1873 nell'osteria della Buona Botte in Gorizia con altri compromessi politici, attcstati da Antonia Lepre di Francesco, generarono nella- CiorEò. giudicante il convincimento, esser egli colpevole del fatto addebitatogli dall'accusa.