Rassegna storica del Risorgimento

GORIZIA
anno <1944>   pagina <64>
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Ranieri Mario Cassar
v'ha informato chele finanze del Comune sono rovinate perla leggerezza ed impre­videnza del Municipio, per la gente di-manica larga soggetta al factotum che compone il Consiglio, e quindi non occorre che vieppiù ci estendiamo su simile argo­mento! Ma quello che non tutti, conoscete si sono le arti subdole che adoperò nelle ultime elezioni il Podestà dott. Deperis.
TI Deperis con quelli della consorteria, che pur di rimanere nell'arca amministra­tiva, fanno lega anche col diavolo, e viepprima col governo, perchè sperano colTap-poggio dello stesso dì mantenersi in arcione anche l'anno venturo!
Difetti quei miserabili rinnegarono persino la loro fede, la loro nazionalità, i loro prìncipii e si venderono al Governo per aver assicurata la mano in pasta nell'azienda comunale. Lo stesso Deperis faceva il cagnotto elettorale, calunniando stimabilissimi cittadini, e istillando presso il governo austriaco dei sospetti che cioè, certi egregi candidati della parte avversaria avessero in se dell'irredento.
Nei processi politici poi il Deperis faceva lo zelante coll'i. r. Procura di Stato e designava persino persone! Nei crocchi si fingeva libéralissimo. Oggi poi, dopo l'ele­zioni lo stesso contegno di questi opportunisti camaleonti, ci crvì a capello per vedere oltre la larva il loro naturale colore politico. L'ultima seduta del Consiglio Comunale del 31 maggio 1879 fu come la spada di Damocle per quei messeri.
In quella seduta il Deperis, indegno Podestà di Gorizia, partecipò d'aver rice­vuta una lettera del luogotenente Pino di cui ritenne dover dare lettura.
H rescritto luogotenenziale, non ci azzardiamo di trascriverlo, ma vi diremo che ivi c'è della roba quanto basti per provarvi quanto code e gamberi siano tutti quelli che sono entrati in Consiglio sotto l'usbergo del sedicente partito liberale. Il Podestà poi va superbo della sua condotta tenuta nella seduta del Consiglio, che diffuse gratis persino l'estratto del processo verbale della medesima.
Per certo non la è modestia di strombazzare talmente un decreto di lealtà e devo­zione ali*Augusta Casa Imperante, evidentemente mendicato, perchè vi mancava ogni occasione per riceverlo e per emetterlo, qualmente non sia buona raccomandatizia per un liberalone, fedelmente suggerito, ispirato e diretto da un factotum, il farsi bello di lodi dell'i, r. luogotenenza!
Un Podestà deve ambire le lodi dei propri concittadini, giammai però quelle d'un'autorità governativa, che non loda che i propri affigliati; e siffatta lode è certo un voto di sfiducia di Gorizia italiana.
Cittadini! Noi dobbiamo imprimere il marchio dell'infamia a co tali liberalastri e gridare l'anatema al Podestà ed a tutto il Consiglio Comunale che col loro indegno ed assassino contegno rodono i germi di ogni sentimento nazionale e demoralizzano 1 cuori della nostra gioventù 1
Abbatto i traditori della nostra santa causa, abbasso il Podestà e la schifosa
consorteria!
Gorizia, 6 Ghigno 1879.
N. B. Il factotum è il segretario comunale Carlo Favctti.
I sinceri liberali.
La scissura fra i radicali ed i moderati del partito liberale nazionale italiano era con ciò un fatto compiuto.
Il Tribunale circolare, quale Tribunale della stampa, aveva decre­tato il sequestro del proclama, perchè rivestiva gli estremi del crimine