Rassegna storica del Risorgimento

GORIZIA
anno <1944>   pagina <67>
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Gorizia ottocentesca, ecc. 67
4 (eventuale) perturbazione della pubblica tranquillità collo stesso fatto ;
5 di pubblica violenza coll'apposizione di petardi; 6 (eventuale) perturbazione della pubblica tranquillità collo stesso fatto.
Seguivano quattro quesiti, due principali e due eventuali, riflet­tenti i crimini d'alto tradimento e pubblica violenza (eventualmente perturbazione della pubblica tranquillità) imputati al de Mulitseh.
Altri quattro si riferivano al Gregorich ; il 15 (principale per alto tradimento) e il 16 (eventuale perturbazione della pubblica tranquil­lità) al Riaviz; il 17 (principale per pubblica violenza, eventuale per perturbazione della tranquillità pubblica) al Bichetti e gli ultimi due, per lo stesso crimine, al Pogatschnegg.
Se la requisitoria del procuratore di Stato era stata concisa, forte e ordinata non cosi furono le arringhe degli avvocati difensori, specie di quello dell'Jamseg, che non aveva parlato più di cinque minuti !
La Corte, in base al verdetto dei giurati, aveva condannato: Carlo Jamseg a due anni di carcere duro, inasprito, in sostituzione dell'appli­cazione dei ferri, con un digiuno ogni quattordici giorni; Giuseppe de Mulitsch ad un anno e mezzo di carcere duro, inasprito, in sostituzione dell'applicazione dei ferri, con un digiuno al mese e la perdita del titolo nobiliare ; Stefano Riaviz a sei mesi di carcere duro, inasprito, in sosti­tuzione dell'applicazione dei ferri, con un digiuno ogni quattordici giorni.
Luigi Gregorich, Emilio Pogatschnegg e Giuseppe Richetti erano stati assolti.
Il quindicenne Antonio Fillak, allievo della terza classe della Scuola Reale di Gorizia, era stato condannato per delitto di lesa maestà, il 20 giugno, a due mesi di carcere duro, inasprito con due isolamenti al mese.
Avrebbe dovuto presentarsi in carcere il 1 ottobre, per scontare la pena, ma il 30 settembre aveva preferito varcare il confine e rifu­giarsi in Italia.
Al Tribunale provinciale di Graz aveva avuto inizio, il 23 giugno, il processo contro gli studenti triestini Salvatore Barzilai, d'anni 18, Giacomo Venezian, d'anni 17 e Vittorio Yenezian, d'anni 19, cugino del precedente, i quali secondo l'atto d'accusa avevano fatto parte della società segreta Il Martello, che aveva lo scopo di provocare il distacco di Trieste e del Litorale austriaco (comprendente il Margraviato