Rassegna storica del Risorgimento
GORIZIA
anno
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1944
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pagina
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76
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Ranieri Mario Cossàr
* K
H prof. Antonio Coiz, al quale nell'ottobre del Sessantasei il pa-triotta Carlo Combi aveva raccomandato il pittore Bortolo Gianelli di Capodistria, proponeva, il 12 settembre, alTImbriani:
I. Che sia d'uopo sin d'ora pensare ai preparativi d'azione. IT. Che varii e staccati sieno i depositi d'armi, in luoghi più vicini che sia possibile al confine e presso amici fidatissimi; luoghi ed amici che vennero fissati ieri in buona parte, e dei quali vi daranno comunicazione gli amici di Udine. III. Che intanto si promuovano oltre Isonzo e specialmente a Trieste ed Istria, dimostrazioni serie per tener sempre vivo il sentimento Nazionale. IV. Che per l'Unità d'indirizzo e di azione e, dirò anche per maggior guarentigia del secreto, pur lasciando libero l'altro Comitato di adoperarsi a suo modo nell'interesse della causa comune, il deposito delle armi e la corrispondenza coi patriotti di Trieste e dell* Istria sieno affidati ad un solo Comitato, che è quello di Marguttini, salvo a fondersi, o a giovarsi a vicenda, quando venisse il momento opportuno.
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Carlo Jamseg, per le privazioni, cui aveva dovuto sottostare nelle umide segrete di Suben, era spirato il 10 gennaio 1881. Alla sua morte, cosi aveva scritto l'Imbriani:
Si è affrancalo dai ceppi austriaci, nella libertà della morte.
Nato a Gorizia, sulle sponde dell'Isonzo, egli era reo di un grande delitto appo gli oppressori della sua Patria: quello di amar l'Italia ardentemente con fede, costanza ed opere, epperciò venne imprigionato, condannato, gettato nell'ergàstolo.
Egli è morto sotto il freddo cielo di Germania, espiando quello stesso delitto per cui in eguali condizioni, allo Spilberg morivano Oroboni, Villa ed altri. E i compagni suoi, come lui dannati per amor di Patria, ne hanno visto deporre il corpo nella gelida terra straniera, un'ora dopo già coverta di neve: e come a Pellico, Maroncelli ed a Confalonicri, lor si è stretto il core, ed han pensato a quanti d'essi sarà riserbata la sorte medesima!
La stampa officiosa, non ha raccolto il nome del martire, poiché forse sarebbe dispiaciuto all'imp. reg. governo d'Austria, né una parola sola si è osata pronunziare in una lode: ma il generoso Indipendente di Trieste, malgrado i rigori della sospettosa polizia, ha gettato un fiore ed ha pronunziato una parola d'affetto alla sua tomba, ed a Gorizia nel suo loco natio, amici e popolo gli han reso tributo d'onoranze.
Un giorno, egli ed i suoi compagni, come tanti altri, si son visti strappati alle orò famiglie, alle care pendici dell'Alpi Giulie, al sole d'Italia, perchè hanno osato affermare che amavano la Patria loro, o pur anco solamente perchè sono stati supposti rei del solo pensiero d'italianità.
Tratti oltr'Alpe fra soldati stranieri, nelle prigioni di Stiria, condotti innanzi a giudici stranieri, odono accuse che non comprendono, formulate in straniera lingua, e poscia sanno di esser condannati al carcere duro, ai lavori forzati, col necessario inasprimento di digiuni e isolamento.