Rassegna storica del Risorgimento

GORIZIA
anno <1944>   pagina <77>
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Gorizia ottocentesca, ecc.
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In Gorizia, come risulta dall'invito indirizzato a Giovanni Sauli, s'era tenuta, nell'ottava, una messa di suffragio nella chiesa del BUO rione:
Dopo lunghe sofferenze lontano dalla sua Patria, spirava il giorno IO corr. nell'età d'anni 38
Carlo Jamseg.
La dolente consorte Luigia e la figlia Lìbera dando il triste annunzio, invitano gli amici e conoscenti ad una messa di Requiem in suffragio dell'anima del defunto, che avrà luogo il giorno 18 corr. alle ore 8 ant., nella Chiesa di S. Vito in Piazzutta.
Gorizia 15 Gennaio 1881.
La figlia del patriotta, Libera Italia Roma, morì alcuni anni fa in Trieste. La moglie Luisuta Olivatti, ottantacinquenne nel 1934, ricordava ancora l'episodio seguente: Quando verso il 1864, amoreg­giava coli'Jamseg, questi frequentava la di lei casa. Il babbo, un pic­colo impiegato governativo, teneva appesi alla parete due ritratti del­l'imperatore d'Austria. Un giorno l'Jamseg aveva staccato quei ritratti e, impacchettati, aveva detto alla fidanzata che avrebbe mandato a prenderli. Quando la futura suocera s'era accorta della mancanza aveva chiesto all'Jamseg dov'erano andati a finire. '' Se proprio li volete aveva detto il nostro ve li rimanderò .
Passato qualche giorno, egli era entrato in casa seguito da un ragazzo che portava il pacco dei quadri. Apertolo, aveva rimesso i ritratti al loro posto. La suocera, osservandoli bene, aveva esclamato: "Ma i ritratti di prima avevano la barba per metà, mentre questi l'hanno intera,,. Ma l'Jamseg, che in fatto di sostituzioni era già maestro, avendo qualche tempo prima venduto per il Collio quadri di San Giuseppe dalle fattezze di Garibaldi, aveva detto: "Già, per appunto, qui, vedete, l'avevano lasciata crescere al naturale,,.
I fidanzati s'erano dati un'occhiata espressiva. I due quadri rappre­sentavano Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi. La trasforma­zione era stata operata dal pittore-patriotta Annibale Strata.
Felice Cavallotti aveva scritto, nel mese di giugno, per ringraziare, in nome degli sventurati di Casamicciola, quei nove o dieci giovanotti goriziani che unitisi a lieta brigata, in un giorno di maggio, avevano pen­sato interponila di associare l'idea della carità alla bella scampagnata, e raccolte fra loro 115 lire, le avevano mandate al comitato di soccorso.
La lettera dell'autore dell'Alcibiade era veramente lusinghiera per quei giovanotti, che se ne erano sentiti molto onorati.