Rassegna storica del Risorgimento

PICILLI GIUSEPPE ; CARBONERIA ; STATO PONTIFICIO
anno <1944>   pagina <147>
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Un sacerdote carbonaro e cospiratore: Giuseppe Pictfli 147
E il giorno dopo la Segreteria del Conclave indirizzò al conte Lutzow, una lettera, che ci dimostra la grande preoccupazione del Governo pontificio, di smentire e di togliere importanza all'incidente. ')
Esso aveva il massimo interesse che l'ambasciatore rassicurasse il suo impera­tore della falsità di queste notizie tendenziose, data anche la repulsione dell'Imperatore per tutto ciò che era carbonaro e liberale; non si voleva perdere il favore del Governo austriaco alla vigilia di eleggere un papa che piegò all'Austria e fece della Curia romana un'appendice del Gabinetto di Vienna . 2)
Ma, nonostante la smentita inviata al conte Lutzow, le voci dovevano continuare allarmanti e insistenti, se il Governo pontificio credette giusto mandare, dieci giorni dopo, una nuova smentita ufficiale a tutti gli ambasciatori stranieri, che questa volta si mostrarono convinti.
Infatti nel post scriptum della lettera del 19 marzo 1829, di Chateaubriand, allora ambasciatore di Francia a Roma, al Duca di Lavai, troviamo:
P. S. La pretendue conspiration dont j'ai en l'honneur de vous cntretenir, est fausse de tous points; le Gouv.t roma in l'a demontré par une pièce officiale, adressée à tous les ambassadeurs. Rome jouit de la plus profonde tranquillité .3)
Appianate le apprensioni dei diplomatici, nel Conclave, continuarono le di­scussioni.
Il 31 marzo, il cardinale Francesco Saverio Castiglioni ebbe trentacinque voti, numero sufficiente per l'elezione; ma essendosi trovata imperfetta una scheda, si rinnovò nel di appresso lo scrutinio, che dette a lui quarantasette voti.
1) Roma, 10 marzo 1829
A S. E. il Signor conte di Lutzow, ambasciatore straordinario di S. M. I. R. A.
E giunto a notizia del S. Collegio, riunito in Conclave che vociferazioni quanto mai destituite di fondamento, altrettanto esagerate dall'importanza che vogliono darvi gli oziosi e forse i male intenzionati, serpeggiano in estere contrade, per farvi credere, che in questa capitale si trovi compromessa la pubblica tranquillità, in seguito a gravi cospirazioni, ordite occultamente, per giungere a turbare l'ordine pubblico. Gli E.011 Padri, quantunque persuasi, che V. E. testimonio oculare della quiete pie­nissima e della sicurezza perfetta di cui, Dio mercè, ci si gode, non abbia bisogno di alcun impulso per ismentire le voci assurde, nella sua corrispondenza coll'I. R. corte da lei rappresentata con generale soddisfazione hanno, ciò nonostante, ingiunto a] sottoscritto di pregarla espressamente a tal fine e di assicurarla officialmente, che l'arresto di recente seguito in Roma, ha dato luogo a conoscere, senza dubbiezza di sorta, che nella scoperta pratica carbonica non erano complicati che pochi individui, per lo più esuli di stati vicini e questi delle infime classi della società e mancanti di mezzi, non meno che di considerazione, allo scopo di poter giungere a turbare la pub­blica pace.
E poi consolantissimo, per il sottoscritto, poter ad un tempo accertare V. E, che, quanto sono efficaci gli espedienti già presi per prevenire il ritorno di siffatti incidenti, figli più della follia, che della malizia, altrettanto si è già inoltrata la processimi dei pochi riconosciuti colpevoli, ai quali, la saviezza e la giustizia dei competenti tribunali preparano la sorte che è loro dovuta.
Dalla Segreteria del Conclave. Firmato: Polidori.
(Carte segrete cit., voi. I, p. 393.
2) N. Nisco, en. cit., p. 300.
3) Mj, J DUBBJ, op. cit., p. 81.