Rassegna storica del Risorgimento
EMILIA ; STATO PONTIFICIO ; GIORNALISMO
anno
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1944
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pagina
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234
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234 Libri e periodici
le aveva dato vita, di fronte all' incalzate della potenza napoleonica. Sulla massoneria settecentesca, sorta in Italia per iniziativa straniera, e tuttavia molto efficace -storicamente nel processo politico italiano, il Sòriga conclude con le seguenti notevoli parole; < fu l'ardente crogiolo in cui le contradditorie aspirazioni degli uomini del nostro primo Risorgimento trovarono quelle possibilità d'intesa, che le secolari barriere politiche ci avevano vietato sino allora di costruire. Quando queste aspirazioni cesseranno di essere il patrimonio di una esigua ed eterogenea minoranza, per -divenire, dopo la feconda esperienza napoleonica, stato cosciente di tutta una classe, la sua funzione si può considerare come superata. E solo allora avrà principio il nostro Risorgimento .
Negli altri seguenti saggi, che troviamo raccolti in questo secondo volume del Sòriga, è di grande interesse vedere la storia del nostro Risorgimento, dalla Restaurazione al 1848, sotto l'angolo visuale delle sètte o delle società segrete: a notevoli risultati perviene ad esempio il Sòriga sulla rivoluzione napoletana del 1820-21, nella quale egli vede, come conseguenze del moto settario, lo sfacelo morale dell'esercito, determinato dalla sovrapposizione della gerarchia carbonica su quella multare; il prevalere dispoticamente fazioso dell'Alta Vendita sulle decisioni del Parlamento e del Governo, che riducendo a nulla l'autorità dello Stato ridestò le vecchie tendenze separatiste miranti a scindere il Regno in tante Repubbliche federali; la rovina delle finanze e l'aggravio delle imposte, che in breve alienarono borghesia e popolo dalla parte costituzionale; l'anarchia amministrativa e giudiziaria, non che l'irreparabile scissione della Sicilia dal Continente.
Di questo nostro Risorgimento, il Sòriga, che in esso vede il progressivo divenire della borghesia italiana, cui la Rivoluzione francese additò la possibilità di realizzare se stessa come classe di governo in opposizione ai due ceti privilegiati, indaga sempre il sostrato sociale che si svolge sotto l'aspetto politico, ed a quello si dimostra sensibile ed attento: non ultimo pregio degli scritti raccolti in questi due volumi, che passeranno ormai, per molte almeno delle pagine, tra i classici
della letteratura del Risorgimento. , ,,
PAOLO ALATHI1/
BENVENUTO MATTEUCCT, Scipione de* Ricci, Saggio storico-teologico sul giansenismo italiano; Brescia, Morcelliana, 1941 ( Studi e documenti di storia religiosa )., in 8 grande, pp. 334; L. 18.
Nel movimento giansenistico italiano, la cui valutazione critica può dirsi ormai assai bene avviata dopo gli importanti studi del Rota, del Rodolico e dello Jemolo, le due figure che hanno sempre attratto di più l'attenzione degli studiosi sono state quella di Pietro Tamburini, il cervello dei movimento, e la figura di Scipione de' Ricci, drammatico rappresentante di una volontà d'azione e di riforma che fallisce, uomo di alte qualità morali e psicologiche, ma di non grandissima levatura intellettuale, gettato in una lotta più grande di lui.
Su Scipione de* Ricci il Rota non ha mai fermato la sua attenzione ex professo, il Rodolico ci ha dato un libro che, ottimo dal punto di vista deU'informazione e come orientamento erudito sul cìrcolo giansenista che fa capo al vescovo di Pistoia, non si impegna tuttavia in un giudizio categorico sulla sua figura morale e sul posto da lui tenuto nella storia italiana del secondo Settecento. Ciò ha fatto invece lo Jemolo, in un capitolo del suo lavoro veramente fondamentale* nel quale la figura di
*)La Rassegna è lieta di restituire al suo collaboratore fedele ed .esperto il nome che, in anni dolorosi e per dolorosi motivi, fu occultato in quello di Paolo Romano