Rassegna storica del Risorgimento

EMILIA ; STATO PONTIFICIO ; GIORNALISMO
anno <1944>   pagina <237>
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Libri e periodici 237
Nell'ambiente provinciale, chiuso e stagnante, la occupazione francese, con il soffio di rin­novamento delle idee di cui era veicolo, diede una salutare scossa e un fecondo risveglio alla vita del paese; fece crollare la superstite struttura fendale con tutte le sue limi­tazioni e le sue ingiustizie, portò i giovani, con la coscrizione militare, in ambienti nuovi, allargò .l'orizzonte delle loro cognizioni, suscitò in loro ambizioni di azioni e di gloria e per la prima volta offrì la visione concreta della unità nazionale della patria italiana. E benefici di ordine economico portò pure sia nel campo della agricoltura, recando un progresso negli studi agrari, e iniziando lavori di bonifica, sia nell'attiva­zione delle comunicazioni e degli scambi commerciali con le altre regioni migliorando il sistema della viabilità, sia nel campo della edilizia urbana, procedendo alla creazione di piani regolatori, al miglioramento delle vie e alla costruzione di nuovi edifici, sia nel campo della cultura, dando nuove e più razionali norme all'ordinamento scolastico dando vita a nuovi istituti (ad esempio il liceo ad Udine, e una scuola normale e una altra scuola normale a San Vito al Tagliamento) e incoraggiando le iniziative locali sia nel campo militare migliorando i sistemi di difesa (basti accennare agli importanti lavori alle fortificazioni di Palmavova e di Osoppo). Pertanto le conclusioni cui giunge l'A. alla fine della sua fatica ci trovano pienamente consenzienti; i pensieri, le speranze, gli entusiasmi, prodotti, soprattutto nell'animo de' giovani, dalla dominazione napoleo­nica non si spensero interamente, ancorebè repressi, dopo la caduta del grande Còrso, ma furono come i buoni semi che a suo tempo, con la stagione propizia, danno prosperi e promettenti germogli. MAMNO OBAVEGNÀ
G. BOZZETTI, P. MABRUCCHT, P. FOSSI, R. CIAMPINI, Rosmini: L'asceta, il filosofo, l'uomo., l'amico; Roma, E. Studium editrice, 1943, pp. 125. L. 20.
LUIGI BULFEBETTI, Antonio Rosmini nella restaurazione; Firenze, Le Mounier, 1942, pp. 266. L. 35.
Sono due volumi interessanti, che illuminano la figura nobilissima del Rosmini, dominata sempre, e solo, dalla carità e dall'amore per il vero.
Il primo raccoglie, accompagnandole di brevi appendici biografiche e biblio­grafiche, le lezioni tenute nei 1941 al Lycaeum di Firenze da un gruppo di Maestri, animati dal proposito di ricercare assolutamente, al di fuori di ogni richiamo episo­dico, il senso di un cosi sublime esempio di pensiero e di vita. Di cui il tratto più caratteristico, come dimostra padre Bozzetti in alcune pagine rapide ma dense, alcalde di commozione, è un'attività instancabile, rivolta unicamente, oltreché al proprio approfondimento interiore, al desiderio appassionato di suscitare e di organiz­zare opere di bene. Quando, il 20 febbraio 1828, egli abbandona tutto per andare al Calvario a purificarsi, a mettersi con la grazia divina, in una maniera di vita più conforme ai divini insegnamenti del Vangelo, già pensa e disegna in un lume che gente venire da Dio, un ordine religioso.
È la sua stessa anima, la sua ascetica personale, che, mentre prende la sua forma definitiva, diviene la forma dì una società di uomini che si uniranno attorno a lui.
E il loro nome sarà Carità; parola coniata dal Cristianesimo, ma che avrà anche un senso ben più vasto e profondo di quel che tendeva a prevalere nel suo tempo; Carità che si rifa al greco Charis, che vuol dire Grazia ed è nel pensiero cristiano il dono che Dio fa di se stesso agli uomini. E l'amore che nasoo dallo Spirito, che è altro dall'istinto cieco del sentimento; è l'amore che riceve il suo valore dall'oggetto a cui si volge e a cui si porta. L'amore dice il Rosmini, in un passo delle Costituzioni del suo Istituto è l'atto con cui la volontà si porta nel bene ed è puro e perfetto quando non si porta se non nel bene perchè allora l'uomo vuole soltanto il bene, e lo vuole perchè bene. Una