Rassegna storica del Risorgimento
EMILIA ; STATO PONTIFICIO ; GIORNALISMO
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1944
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240
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240 Libri e periodici
iscrittosi rial novembre del 1816 alla facoltà dì teologia di Padova, conosce persone, cose, ambienti, libri nuovi e ravviva in sé l'interesse storico, alimentato anche dalle nuove contingenze. Il ritorno a Rovereto e la sua successiva dimora nella piccola città natia sono caratterizzati da una crescente applicazione agli studi e all'indagine filo* sofica, ma con prevalenza dei motivi etico-politici. Frattanto compie viaggi nel Veneto, in Lombardia e nei Ducati stringendo nuove amicizie e legami, tutto preso da quell'ampio movimento di Amicixie cattoliche che si diffondevano in ogni parte d'Italia con programmi di restaurazione cristiana. La sua posizione però è del tutto particolare: partecipa ai diffusi orientamenti, ma con uno spirito positivo filosofico, animato dall'entusiasmo sacerdotale e italiano. Mentre per gli altri la restaurazione è vago sentimento od oratoria o gretto conservatorismo o, spesso, cicca reazione, daini è concepita a mano a mano come l'instaurazione di una nuova età che concili i diritti storici con quelli della ragione, la storicità astratta con la razionalità astratta nello sforzo comune di sostituire all'antinomia tra intelletto e storia la nuova razionalità concreta. La restaurazione ha da essere non un materiale ristabilimento della sovranità ma un vero ristoro dei popoli, un rinnovamento intimo e totale. Così, tra il 25 e il 26, vagheggia una monarchia non più assoluta, ma una monarchia che ritenga qualcosa della repubblica, con liberi cittadini che abbiano proprietà, e potenza, perciò, di resistere al principe. H diritto del censo e del proprietario di governare si deve risolvere, a suo avviso, nel diritto di ciascuno alla proprietà per l'identificazione sostanziale delle creature innanzi al Creatore. Contro la violenza, contro l'arbitrio e contro l'utilità immediata, egli stabilisce la legittimità, cioè la giustizia, la felicità soprannaturale recata dalla religione. Ma per comprovare razionalmente una tesi di cosi alta portata egli dovrà superare completamente i residui sensistici e conquistare la pienezza del pensiero filosofico. A Milano, ove egli si reca alla fine del febbraio del 1826 per prendere contatto con la società del suo tempo e per agevolarsi in letture e ricerche, andranno prendendo forma nello spirito di lui le opere fondamentali della sua vita; nel campo degli studi filosofici, il Nuovo saggio sulla orìgine delle idee; e nel campo politico, il suo nuovo diritto cristi ano, che non pubblicò per la condizione del momento ma di cui il grosso uscirà dal 1841 al '45, con i tagli della censura austriaca, nella Filosofia del diritto. L'opera, inedita, è di eccezionale importanza, come dimostra il Bulferetti, perchè è il primo sistema rigorosamente elaborato in un periodo in cui il razionalismo e il sensismo costruivano sistemi o antistorici o affoganti nell'empirismo.
Il fondamento del diritto non è ora più per il Rosmini in un attributo esterno anale la proprietà (e tanto meno nell'arbitrio dei fatti o nel patto sociale o nella lega dei deboli secondo le dottrine del tempo), ma nella personalità, il cui massimo attributo è la libertà o intangibilità dell'uomo nella sua estrinsecazione razionale.
Non diritto innato né serie di diritti innati, ma libertà della personalità ad affermarsi in tutto ciò che è esterno rispettando le altre personalità e l'ordine degli esseri. Unica fonte delle leggi, perciò, la sapienza, ossia la conoscenza della giustizia naturale dei costumi. Ma la restaurazione piena del diritto è solo possibile con la completa restaurazione cristiana; solo la educazione cristiana può estirpare la corruzione che infrange le leggi e viola i diritti altrui. Sulla giustizia eterna, imperson ahi le, impassibile deve poggiare la società civile, purgata dal dispotismo, e non poggiata sopra un diritto preteso che le dà piena balla di fare tutto ciò che può e vuole.
È insito negli individui riuniti nella società civile il diritto a riformarsi; essi possono domandare che la riforma venga modificata fin a tanto che raggiunga la normalità, mentre i governi sono obbligali a riconoscere questo diritto del popolo, poiché i governi e i governanti non sono istituiti a loro prò* e a prò' delle loro famiglie, ma unicamente a prò' della moltitudine che governano: sono ministri di Dio per il popolo , Perchè le istituzioni si sostengano 11 Rosmini ritiene necessario che la società civile giusta e regolare sia fornita, oltreché di un potere legislativo e di una magistratura di un tribunale politico, separato e indipendente dai comuni