Rassegna storica del Risorgimento
EMILIA ; STATO PONTIFICIO ; GIORNALISMO
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1944
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pagina
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242
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242 .Libri e periodici
Sanlo.ua, in possesso un tempo (non sappiamo se anche ora) dei signori Borani. II Diario non fu più continuato, ma nel 1842-43 Cavour redasse quelle che il Berti chiamò note autobiografiche o riprodusse al seguito del Diario, sempre milPalitografo di Sautena. Il miglior commento al Diario è costituito dal Conte di Cavour del Berti, già citato, e da F. RufBni, La giovinezza di Cavour, due volumi editi dal Bocca nel 1912 e riprodotti da Di Modica (Torino) nel 1937; con questa menzioniamo, fra gli altri scritti cavouriani del compianto scrittore, gli Ultimi studi sul conte di Cavour (Bari, 1936) .
Cosi Luigi Salvatorelli nella prefazione premessa al presente Diario, che* oltre a costituire una delle principali fonti per la biografia giovanile del conte di Cavour, è anche un libro di piacevolissima lettura, del quale siamo ben lieti che sia stata fatta questa ristampa.
La posteriore personalità politica del Cavour si prospetta in questo Diario alla luce retrospettiva di una quantità di interessi, che finiranno più tardi per concentrarsi nell'unico foco del problema politico dapprima piemontese e poi italiano. Ma già da queste pagine giovanili (nel 1833, l'anno in cui esse hanno inizio, il Conte aveva soltanto 23 anni) si sente che tutti gli aspetti, della vita d'allora son visti dal Cavour alla luce dell'interesse politico. In quei salotti di conversazione dell'aristocrazia piemontese, ginevrina, francese ed inglese, in quegli ambienti familiari, dei quali tanto spesso troviamo un'eco nel Diario; in quel mondo, di cui oggi noi possiamo a stento farci un'idea, dove si formavano per lo più le minoranze politiche, il Cavour, se Si prescinde da certo disagio in lui provocato dalla sua condizione di cadetto , si trovava assai bene. In quell'ambiente il giovane Conte, che amava la società brillante, il gioco e le donne, poteva esercitare al contempo i suoi gusti di viveur ed i suoi interessi politici: la curiosità lo spingeva ad informarsi, a domandare, a discutere, per sentire le opinioni più diverse, per far parlare, per formarsi una. idea dello stato dell'opinione pubblica. Naturalmente, specie in famiglia, facile era il contrasto: perchè mentre gli altri parlavano come si suole parlare in società, il Cavour si rifaceva ai principi, e cercava sempre di giungere al nocciolo della questione. La sua conversazione, se anche partiva spesso da una curiosità abituale nella buona società, trascendeva poi sempre i hmiti di una leggera e disinvolta conversazione mondana
Giacché, che la curiosità fosse una caratteristica del giovane Conte, appare evidente dalla lettura di queste pagine. Quando viaggia ama attaccare discorso con gli sconosciuti compagni di viaggio: In viaggio non c'è compagnia che mi annoi scriveva. La familiarità che si stabilisce fra compagni di ventura mi dà l'occasione di conoscere meglio gli uomini. E quando, per qualche circostanza, non riesce a far parlare i suoi compagni, ne è tutto seccato: I miei compagni erano ufficiali di marina, persone molto educate, ma troppo taciturni , appunta una volta a Lione dopo un viaggio. Ed altra volta, dopo una giornata che definisce disgraziata e dopo un pranzo col barone di Barante, che era di cattivo umore, scrive: Mi è stato impossibile farlo parlare di politica.
Questa curiosità si mostra in tutta la sua proficua intensità quando il Cavour si trova in società. È un tema divertente, questo, nel Diario: Cavour in società! Se da una parte non dimentica mai i suoi più seri interessi, dall'altra non dimentica neppure di essere nn giovane conte: non dimentica le donne, né il gioco, né tutte quelle forme senza le quali un aristocratico non può degnamente frequentare i salotti aristocratici. Questo contrasto appare talvolta crademente nelle pagine del Diario, nei quale, ad nn tratto, leggiamo queste due frasi sintomaticamente ravvicinate:
Tornando a casa, abbiamo parlato di religione con Cecilia. Senza dubbio in ispirilo ella appartiene alla chiesa separatista di Gausaen e compagni.
È ben ridicolo non saper ballare! Me ne sono accorto questa sera! .
E la società vuole S suoi sacrifici ( E triste dover badare continuamente a quanto si mangia si lamenta il Conte; soprattutto quando si ha un appetito: