Rassegna storica del Risorgimento

EMILIA ; STATO PONTIFICIO ; GIORNALISMO
anno <1944>   pagina <249>
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Libri e periodici 24 9
dando così un contributo importante alla storia d'Italia ed alla storia dell'Arma, cui il Baxengo dedicava tanta intelligente passione prima della sua tragica fine.
Citiamo per ultimo la seconda edizione del volume di Italia Cremona Cozzolino su Maria Mazzini. Siccome, però, non di altra edizione si tratta, ma di una ristampa pura e semplice (non vi è stato neppure bisogno di cambiare la indicazione delle pagine nell indice dei nomi e quella del prezzo!), con mutamento solo della copertina e dell'edi­tore, ci pare cbe l'opera sia troppo nota per riparlarne sulla Rassegna.
EMILIA MORELLI
ONELIO MIOTTO, Andrea Meneghini patriota inedito del nostro Risorgimento {1806-1870); Padova, Cedam, Casa editrice dott. Milani, 1942, pp. 112. L. 18,
Il nome del padovano Andrea Meneghini, patriota, cospiratore, economista, è quasi del tutto ignorato non solo in Italia, ma anche nella ristretta tradizione erudita della cerchia cittadina. Ottimo intendimento pertanto quello del Miotto di trarre dall'oscu­rità in cui è ancora avvolto uno spirito nobilissimo, che tutta la vita consacro, umil­mente, silenziosamente, ma tenacemente, al culto operoso della virtù e al bene del Paese. Più che una vera biografia l'A. ha tracciato invero un profilo dell'opera mul­tiforme, morale e politica, svolta dal Meneghini; ma il breve racconto, suffragato da una seria documentazione e dettato da un'ammirazione calda ma equilibrata ed equa­nime, è sufficiente a farci intravedere, sullo sfondo del nostro Risorgimento, la forte e significativa individualità dell'uomo e dell'italiano.
Andrea Meneghini nacque a Padova il 18 agosto 1806 da Agostino e da Elisabetta Gagini. Ebbe come maestro nella fanciulezza l'abate Giuseppe Bernardi, pensatore profondo in ogni ordine di discipline, il quale lasciò una energica impronta nella sua formazione morale e intellettuale inculcando in lui principi ispirati ad una saggia espe­rienza della vita e insieme ad una seria e armonica concezione morale. Percorse gli studi legali all'Ateneo padovano e trascorse la prima giovinezza in diligenti vigilie su libri di pubblica economia e di botanica. Pieno l'animo di nobili ideali, ma scevro da qualsiasi ambizione, con le sue doti squisite di mente e di cuore si cattivò ben presto le simpatie di molti fra i suoi coetanei ed anche di alcuni tra i maggiori di età, come Giuseppe Jappelli, architetto e patriota veneziano, costruttore del Teatro della Fenice, e Gio. Batta Mugna, liberale e illustre docente di patologia gene­rale all'Università di Padova. Fece parte ancor giovine di varie commissioni cittadine, nelle quali si segnalò per il suo vivo attaccamento al dovere e per il suo spirito sano e disinteressato.
Nel 1841 venne eletto dal voto dei Consigli comunali deputato alla Congrega­zione provinciale e dal 1846 fu anche membro della Società d'incoraggiamento agri­cola per la provincia di Padova. Fin d'allora seppe mure alle virtù fascinatrici della parola una viva chiaroveggenza politica: la sua Opera era illuminata da una fede incrollabile che conteneva in sé i germi vitali e fecondatori di una vita nuova: redimere cioè le moltitudini dalla miseria fisica morale e civile in cui per lunghi secoli di ignavia e d'ignoranza giacevano abbrutite. Nel 1846 die' vita ad un periodico 11 Tornaceonto che trattava di agricoltura, di industria e di commercio e che annoverava fra i suoi collaboratori le figure più insigni del tempo. Martoriata dalla censura perchè ebbe il coraggio di eccitare apertamente i cittadini e i campagnoli ed adoprarsi a prò' della patria, la rivista dovette cessare le sue pubblicazioni il 13 aprile del 1848,
Riunitosi nel 1847 a Venezia il nono Congresso degli Scienziati italiani, cui accor­sero da tutta Italia i dotti come a festa nazionale, vi si inscrisse anche il Meneghini, alla sezione di agronomia e tecnologia. Preso parte ad importanti lavori ed ebbe, tra l'altro, l'incarico di cooperare nelle province venete all'attuazione del progetto di