Rassegna storica del Risorgimento

anno <1947>   pagina <5>
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Non si vive di solo pane 5
pronunciata contro il passaggio dello Belle Arti all'Ente Kegione. Più in generale, ricostruzione e incremento culturali sono affari nazionali, che al governo nazionale spetta tutelare e promuovere. *>
LUIGI SALVATORELLI
J) La Rassegna ringrazia vivamente l'illustre autore per aver consentita la ripro­duzione di questo articolo, pubblicato nel .Messaggero di Roma del 25 marzo 1947. Alla invocazione del Salvatorelli giunge opportuno rinforzo la voce di uno degli attuali ministri, Luigi Einaudi.
Il problema della vita delle istituzioni scientifiche deve essere affrontato. Esse stanno tutte morendo per lenta inanizione. Una delle più illustri accademie italiane ha una dotazione la quale oggi non basta a pagare il compenso che pure è richiesto dalle esigenze della vita per un mezzo custode. Quando almeno un custode intiero sembra necessario per la mera preservazione di una suppellet­tile libraria di valore stupendo. Basterebbe sopprimere lo spreco indegno che si fa da enti pubblici per sussidiare pubblicazioni edite con gran lusso di carta pati­nata e di illustrazioni allo scopo di gettare il ridicolo sul nostro nome, perchè antiche e reputaiissime collezioni potessero seguitare a far onore grande all'Italia in tutto il mondo. Le briciole cadute dal banchetto dei lavori pubblici inutili e dei sussidi a fondo perduto ad imprese lavoranti a costi superiori ai ricavi baste­rebbero a consentire ad istituzioni secolari di adempiere al loro ufficio. In fondo non si tratta di dare, ma di restituire il mal tolto. Università, accademie, società storiche ricevevano in moneta buona cenno e seguitano a ricevere in moneta deprezzata lo stesso cento o poco più. La magistratura, altra essenziale colonna dello Stato, è avvilita, perchè i magistrati sono lasciati languire per fame. Frat­tanto lo Stato si è convertito in un gigantesco ospizio di carità, il quale mantiene 1.500.000 impiegati, forse un decimo della popolazione attiva italiana (JRisor-gimento liberale, a. V, n. 113, 15 maggio 1947). Auguriamoci che qualche cosa si faccia e che gli Istituti storici non abbiamo più a lungo a recitare la parte ingrata dì Cenerentola. Il centenario del 1848 è alle porte: dovrà, per la miseria in cui vive,
ignorarlo proprio il nostro Istituto?
La Rassegna