Rassegna storica del Risorgimento

DIPLOMAZIA ; CARLISMO ; SPAGNA ; STATO PONTIFICIO
anno <1947>   pagina <13>
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I pr incipit della guerra cartista, eco* 13
Tutt'altro indirizzo aveva preso il nunzio Amat.
La sua corrispondenza aveva subito assunto un tono ostilissimo al cardinal Tiberi, accusato di viltà, di freddezza e di inerzia nella que­stione del pase al breve di accreditamento (ma non si è mai visto un sovrano accettare un ambasciatore, se il governo che lo invia non lo riconosce quale sovrano legittimo: e non era a pensare che proprio in Spagna, la classica terra del cerimoniale e della etichetta, si passasse sopra un tale punto; e neppure era a pensare che proprio nella terra del regalismo si riconoscesse come nunzio in spiritualibus quegli a cui non fosse riconosciuta la qualità di ambasciatore). E da essa trapelava la simpatia per il cartismo, il pessimismo per le sorti del governo d'Isa­bella II, ciò che dal consolidarsi di questo avrebbe dovuto soffrire la Chiesa, ed anzitutto il cardinale arcivescovo di Toledo, attesa la sua adamantina fermezza, e contrarietà apertamente dichiarata a ricono­scere la nuova legge di successione al trono.
Tuttavia lealmente il Nunzio doveva, dall'aprile del '34, modifi­care il suo pessimismo circa le sorti del governo della reggente Cristina.
H 18 giugno 1834 così scriveva al Cardinale Segretario di Stato:
Egli è sventuratamente vero, che poco, o nulla di buono possa attendersi dal­l'attuale Governo, ma è vero d'altronde che ogni giorno le sue basi si fortificano, e si accresce il suo disgusto verso i Gabinetti che non si sono pronunciati, e sopra tutto verso la Santa Sede.
Era un monito non troppo diverso da quello che otto mesi prima aveva dato il cardinal Tiberi: non essere senza pericolo il tergiversare, non senza rischio presentarsi ultimi al riconoscimento.
Ma nel frattempo il cardinal Bernetti, con dispaccio del 4 giugno, aveva invitato l'Àmat a quello che era il peggior partito, il più idoneo ad urtare le suscettibilità del Governo, quello destinato al più sicuro insuccesso; proporre al Governo di riconoscerlo come semplice rappre­sentante ecclesiastico e non già come rappresentante diplomatico.
La situazione si trascinò ancora un anno. Ma il 4 luglio 1835 era soppressa in Spagna la Compagnia di Gesù: ed il 31 di quel mese il Cardinal Bernetti scriveva all'Amat: tale soppressione
ha finito di dimostrare al Santo Padre l'aperta guerra che presentemente si fa alla Chiesa in Ispagna, e la inutilità di quei tratti di moderazione e di pazienza che la San­tità Sua ha finora usato, come puro ha terminato di convincerla della inconvenienza di lasciare a lungo costà un Suo rappresentante, il quale mentre ha l'apparenza di mendicare il suo riconoscimento come semplice Delegato Pontificio per gli affari ecclesiastici, è costretto ad essere muto testimonio degli oltraggi che non solamente dalla fazione irreligiosa ma dal Governo stesso si fanno alla Chiesa.