Rassegna storica del Risorgimento

1848-1849 ; DIPLOMAZIA ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; SARDEGNA (
anno <1947>   pagina <15>
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NAPOLI E TORINO TRA RIVOLUZIONE E REAZIONE
(SETTEMBRE 1848-DICEMBRE 1849) DA RELAZIONI DIPLOMATICHE INEDITE
RIVALITÀ, ANTIGKE E RECENTI TEA SAVOIA E BORBONI
Da quando Carlo di Borbone si era, nel 1734, insediato sul trono di Na­poli, i due poli della Penisola avevano conosciuto poche soste nella loro riva­lità, determinata da ragioni di orgoglio dinastico e di concorrenza egemonica. Ma la fase più acuta ebbe inizio soltanto nel 1848, quando la guerra anti-austriaca rivelò l'impulso unitario della monarchia subalpina e la vastità dei consensi che esso riscuoteva in Italia.
La sensazione di dovere, presto o tardi, soccombere di fronte alle forze morali e militari del Piemonte, rassodate dal crescente consenso dei popoli della Penisola, e l'istintiva ricerca di un argine da porre alle mire espansionistiche di esso divennero in quell'anno i centri motori della politica borbonica. Di fronte al fermento interno, che Ferdinando II cercava di sedare con concessioni par­ziali e reticenti, senza allontanarsi troppo dalla linea direttiva del vecchio re­gime; di fronte al problema siciliano, che nei primi mesi del 1848 assumeva aspetti sempre più temibili, lo scoppio della guerra nell'Alta Italia pose il re delle Due Sicilie in una posizione molto difficile. Non è qui il caso di accennare alle notis­sime, sebben discusse, vicende dei progetti di lega italiana, prima doganale, poi politica (difensiva e offensiva), che le ambizioni sabaude e, più ancora, le diffi­denze degli altri Stati, di Napoli soprattutto, fecero cadere, nel momento in cui sarebbe stata cosi necessaria l'unione sacra nazionale di fronte all'Austria. Importa soltanto ricordare come le trattative per questa Lega siano state lo scoglio più duro, nel quale cozzarono le opposte mire dei due regni italiani e nel quale si infranse qualsiasi conato di accordo. Il desiderio di Carlo Alberto di ottenere soccorsi senza sottoscrivere condizioni che compromettessero ogni futura soluzione, il timore di Ferdinando di esser costretto a cooperare alla propria rovina, distruggendo il vecchio equilibrio italiano, concorsero a provocare l'episodio culminante del dissidio: il richiamo delle truppe napoletane dalla destra del Po nel regno. La fusione della Lombardia col Piemonte, all'esterno, il tenta­tivo rivoluzionario del 15 maggio, all'interno, furono i motivi prossimi deter­minanti di quel richiamo, avvenuto nell'ultima decade di maggio. *)
') Cfr. N. BIANCHI, Storia documentata della diplomazia europea in Italia dall'anno 1814 all'anno 1861, Torino, 1869, voli. V e VI, passim. Sul contrasto sabaudo-borbonico nella guerra del 1848 cfr. F. GENTILI, I preliminari della Lega doganale, in Rass. stor. Risorga 1914; ID., I negoziati per la Lega doganale, in Riv. d'Italia, 1915, f. XII; G. PALADINO, Il governo napoletano e la lega italiana nel marzo e nell'aprile 1848, in .Ross, stoh Risorg., f. VI, 1917; ID., Il governo napo­letano e la guerra del 1848, in Bibl. Nuova Riv. Stor., Milano 1921; ID., Il quindici maggio del 1848 in Napoli, Città di Castello, 1920 E. ROTA, L'antagonismo poli* vico fra Torino e Napoli durante la guerra del 1848, in Bibl. Nuova Riv. Stor., 1921; R. MOSCATI, Appunti e documenti su i rapporti austronapoletani atta vigilia del '48, Bologna 1940. Sulla situazione napoletana cfr. R. QUAZZA, Il 1847 a Napoli, in Convivium, t IV, 1941; TD., Il Governo napoletano nei primi due mesi del 1848, in Rass. stor. Risorg., f. II-III, 1942, con notizie bibliografiche.