Rassegna storica del Risorgimento
1848-1849 ; DIPLOMAZIA ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; SARDEGNA (
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1947
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16 Guido Quuzza
A render più netto l'atteggiamento ostile del Governo napoletano contribuì pure un'altra questione, che minacciava di assumere proporzioni europee: la questione siciliana. La rivolta di gennaio aveva a poco a poco causato la sollevazione dell'isola intera contro il tallone borbonico. L'Austria aveva cercato d'intervenire in favore del regime assoluto, ma il disordine, la concitazione degli animi, u ribollire delle passioni si erano concretati a poco a poco in un'aperta e dichiarata ribellione alla corona dei Borboni. Il 13 aprile il Parlamento aveva proclamato i Borboni decaduti dal trono siciliano. In seguito, la ricerca di un nuovo re, gli umori diversi delle Potenze europee dinanzi alle pratiche diplomatiche del Governo provvisorio siciliano e, infine, lo offerte della vacante corona al secondogenito del granduca Leopoldo e al duca Ferdinando di Genova, secondogenito di Carlo Alberto, avevano inserito il problema dell'Isola nel groviglio degli interessi italiani ed europei. Le esitazioni del Governo piemontese di fronte all'invito ufficioso fatto al duca di Genova, e soprattutto l'elezione del duca stesso a re, avvenuta il 10 luglio e non respinta ufficialmente dall'eletto, costituirono nuovi, gravissimi elementi di discordia fra Torino e Napoli. Tuttavia, per l'ambiguo contegno di Parigi e di Londra, vogliose di non urtare le suscettibilità dei due Stati, il duca di Genova finì col respingere l'offerta in via ufficiosa.
E mentre si smorzava alquanto, nell'agosto, il clamore dei contrasti su questo punto, assumeva un tono più violento la guerra tra napoletani e siciliani nell'Isola. Messina specialmente sopportava le crudezze di un assedio sanguinoso e le miserie d'un continuo crudele bombardamento. I tentativi di accomodamento pacifico diretto fallivano. L'8 settembre il generale Carlo Filangieri, principe di Satriano, occupava Messina. Qui, per le enormità, commesse dalla soldatesca borbonica e dagli stessi difensori, gli ammiragli Parker e Bau din, comandanti le navi francesi e inglesi nelle acque del porto, intervennero presso i combattenti con la richiesta di sospendere le ostilità. L'11 settembre fu firmata una tregua. Lord Napier e il Rayneval, rappresentanti d'Inghilterra e di Francia presso Ferdinando, e poi gli stessi Palmerston e Bastide, capi dei Governi di Londra e di Parigi, appoggiarono le istanze dei due ammiragli rivolgendosi direttamente a Napoli. Di fronte a questo intervento europeo il Governo borbonico dovette dare il suo assenso alla tregua stipulata 1*11 settembre.')
NAPOLI E IL PROBLEMA NAZIONALE DOPO L'ARMISTIZIO SALASCO
All'interno, l'opposizione radicale contro il ministero CariatiBozzelli, capitanata dal Troja e dallo Scialoja, protagonisti delle vicende napoletane dei primi mesi del 1848, veniva intanto privata del suo strumento maggiore di lotta col
') Collobiano al Ministro, Napoli, 9 e 17 settembre 1848, Lett. Min. Napoli, s. IV, m. 47. Le citazioni di altre Ietterò del Collobiano recheranno soltanto il nome del diplomatico e la data. Cfr. BIANCHI, op. cit., V, 202-222; VI, 45-50, 75-76. Sulla rivoluzione siciliana cfr. G. LA FARINA, Storia documentata della rivoluzione siciliana, Capolago 1851; 6. GEMELLI, Storia della rivoluzione siciliana, Bologna 1867; F. GUARDXONE, La rivoluzione siciliana negli anni 1848-49, Milano 1927; F. CURATO, La rivoluzione siciliana del 1848-49, Milano 1940. Sulla nomina del duca di Genova cfr. poi in particolare V. CIAN, La candidatura di Ferdinando di Savoia al trono di Sicilia, in Nuova Antologia, marzo-aprile 1915.