Rassegna storica del Risorgimento

1848-1849 ; DIPLOMAZIA ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; SARDEGNA (
anno <1947>   pagina <20>
immagine non disponibile

20 Guido Quazzu
di esso aucida e nuda era avversa alla costituzione, mcni re i partiti pia vivaci seguivano con ansia lo svolgersi delle vicende siciliane. L'esercito era pur esso contrario alla costiluzione, ma ne rispettava le forme. "
Il terreno* sul quale si vive ogni giorno appare più vulcanico, scriveva il Collo hi ano. Indice grave di questa situazione in interno fermento fu una som­mossa del popolaccio, avvenuta il 9 settembre in occasione della proroga delle Camere. Diversa dalle solite gazzarre di piazza, essa scaturiva dalla falsa posizione in cui si trovavano Ferdinando H e i più ascoltati suoi consiglieri.
Il proponimento del re di perseverare nella via costituzionale,per quanto sincero, altro poi non e in lui se non che un dovere di coscienza in virtù del prestato giuramento, ma non gli pesa meno, non è meno avverso alle sue abitudini ed alle sue idee Veco­nomia di un tal sistema. Lo sa Vimmenso numero di retrogradi, lo sa più di tutti lo stuolo di cortigiani, i quali credono che potesse questo essere il caso di una qualche dolce violenza, mercè la quale il monarca venisse a trovarsi in pieno godimento del-rantico suo potere senza disturbo della timorata coscienza. Così venne da questi pre­parata una dimostrazione dell'infimo popolaccio, che con sommesse grida accla­mando il re sembrasse così applaudire lo sfratto del Parlamento. Il re né fu inteso, ne si oppose a questo sfogo popolare in suo favore, dal quale però doveva nascere un incontro da Sua Maestà né capito né calcolato, in cui la forza militare dovesse agire e dar luogo alVesercizio illimitato dell'autorità, che dileguerebbe quell'ombra costituzionale che ancora ricuopre il paese. Ma l'incontro non avvenne, come si sup­poneva, col partito liberale ma bensì con un'altra fortissima edizione di lazzaroni, i quali a grande sorpresa di tutti affrontarono, col grido di Viva la Costituzione, la fólla realista condotta dalla polizia e scortata a distanza dal militare. Ne venne un funesto conflitto, sassate, fucilate e spavento per ogni dove. Però la molta truppa, dalla quale venne inondata la città onde impedire Vemancipazione della canaglia che l'oro dei due partiti aveva messo in moto, ripristinò l'ordine, ma però non ne rinacque la confidenza nel regime costituzionale né nella sicurezza della protezione governativa.
Siccome troppo chiaro apparve aver la polizia, o parte della medesima, ideato e condotto un tale fracassoso episodio, ne fu essa vittima; e pia forse per non aver riuscito che non pel peccaminoso tentativo; ne fu destituito il prefetto ed alcuni agenti inferiori. Certi giornali vennero soppressi, altre misure restrittive di precauzione ordinate, e tutto succede senza che il partito liberale se ne dolga con propria firma, ora fatta per verità debolissima, ma che potrebbe forse rinvigorirsi coltivando egli e padroneggiando il nuovo alleato di cui si è servito in quest'ultimo incontro.
Questo episodio che pertanto mantiene tuttora la città in allarme, onde battono le vie frequenti e numerose pattuglie, dimostra però esservi un fermento latente, che può ancora cagionare ben serie inquietudini; ed il bisogno di truppe che evidente­mente si fa sentire, senza tener conto di quelle che si son mandate ed ancora si dovranno spedire in Sicilia, toglie pur troppo ogni speranza di veder questo Governo prestarsi alle istanze gli si fanno di venir in aiuto della causa italiana. Potrebbe egli farlo, poiché i mezzi son qui moltissimi, ma la paura in casa propria è anche moltissima, e si è felicissimi di trovar un pretesto plausìbile onde non contribuir per nulla a prò9 di chi che sia.
l) Collobiano, 9 settembre 1848.