Rassegna storica del Risorgimento
1848-1849 ; DIPLOMAZIA ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; SARDEGNA (
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1947
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Napoli e Torino tra rivoluzione e reazione 21
Non era prudente però, da parte del Piemonte, chiuder la via a qualsiasi presa di contatto, per non pregiudicare le eventualità future di riuscir ad ottenere una cooperazione utile, anzi indispensabile. -)
Le intenzioni del Governo borbonico trasparivano anche dal netto rifiato cne esso opponeva alle proposte presentate dal senatore Griffoli, inviato toscano, in merito a una lega politica, la fine d'agosto e i primi di settembre. 2' Tuttavia rispetto al Piemonte, aggravò le cose una dimostrazione fatta dal popolo di Genova contro il console napoletano, nominato per quella città. U Gabinetto Perrone-Pinelli non mostrò sufficiente sincerità nello spiegare rincidente; il Collobi ano si trovò quindi, per un nuovo motivo, nell'impossibilità di far valere i suoi consigli e a fronte di un enigma insolubile. 3)
INCERTEZZA, ALL'INTERNO E ALL'ESTERO DEL DISPOTISMO MILITARE BORBONICO
Méntre l'opinione liberale e gli anarchisti riacquistavano vigore per gli eventi siciliani ed esercitavano crescente influenza sul popolo lazzaroncsco,4) il Governo prendeva energiche misure per frenare 1* opposizione variopinta. Vennero allontanati alcuni elementi siciliani turbolenti e furono adottati provvedimenti arbitrari, come l'espulsione di isolani da lungo tempo dimoranti nella capitale e lo sfratto del marchese Ala Ponzo ni di Milano, facoltosa e innocua persona, la quale, essendo in relazione con alcuni oppositori, fu considerata . centro di una specie di azione politica.
L'odio contro l'antico regime e contro chi tentava ricostruirlo andava ere* scendo ogni giorno e ne diedero prove le elezioni, sfavorevoli al Governo.s) Soltanto la vigilanza delle truppe e la mancanza di mezzi di difesa nella popolazione mantenevano una certa apparenza di quiete ovvero affannosa sonnolenza. 6)
Ma sotto questa maschera governanti e mal governati erano divisi da reciproche diffidenze, alimentate negli uni dal timore, fondato o non, di complotti, sommosse e aggressioni, negli altri dal sospetto di agguati loro tesi per aver il pretesto di eliminarli completamente. La presenza della truppa nel pieno esercizio d'una scandalosa prepotenza alimentava questo profondo dissidio. II partito reazionario agiva nell'ombra sullo spirito del Sovrano, il quale subiva la lenta azione di chi, riempiendolo di paure e di terrori, lo conduceva verso la fase delle violenze. V I timori per la sua incolumità personale lo riducevano a chiudersi entro un cerchio invalicabile di guardie e di difese. Egli non sapeva che fare: Il craint les uns, il n'aime pas les autres et il n'a ni pian ni marche arretée.. Tuttavia ogni suo pensiero era concentrato sulla Sicilia. La mediazione franco-inglese lo irritava moltissimo. .
i) Collobiano, 12 settembre 1848.
2) Collobiano, 4 settembre 1848. Sulle trattative tosco-romano-napoletane, cfr. BIANCHI, op. eh., VI, 68-73.
3) Collobiano, 12 e 17 settembre 1848.
4) Collobiano, 17 e 21 settembre 1848. s) Collobiano, 17 e 18 novembre 1848.
*) Collobiano, ottobre 1848 (senza giorno). 7) Collobiano, 1 novembre 1848.