Rassegna storica del Risorgimento
1848-1849 ; DIPLOMAZIA ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; SARDEGNA (
anno
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1947
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27
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Napoli e Torino ira rivoluzione e reazione
italiana, la quale senza di esso sarebbe stata quasi inutile. Le istruzioni del 2 gennaio 1849 ordinavano al Plezza di spiegare al Governo napoletano come il piano confederativo concertato fra Torino, Firenze e Roma si accordasse col genio della monarchia costituzionale e non offrisse] alcun pericolo per la sicurezza del trono e dell'ordine pubblico. Infatti la Costituente avrebbe rispettato l'autonomia degli Stati e non sarebbe stata eletta per via di suffragio universale, bensì per accordo reciproco dei vari Stati italiani. La Dieta federale, poi, avrebbe potuto conciliare i dissensi tra la Sicilia e il re, funzionando da naturale mediatrice. Il Plezza doveva pure comunicare l'invio a Palermo* del conte Giuseppe Greppi, allo scopo, non già di riconoscere quel governo, bensì di spingerlo ad inviare una rappresentanza siciliana alla Costituente italiana. Tutto ciò senza alcun pregiudizio dei diritti sovrani del Borbone. L'inviato doveva anche cercare di inspirare nel Governo napoletano fiducia verso il Piemonte, mostrando come la taccia di repubblicanesimo data al ministero giobertiano fosse una calunnia. A questo scopo doveva ricordare che nel congresso federativo, tenutosi nell'ottobre a Torino, si era sostanzialmente ammessa e affermata la necessità della monarchia civile; e che lo stesso Gioberti, se nei suoi scritti aveva censurato in passato gli atti del governo borbonico, aveva però sempre rispettato la persona del principe e desi'* derato l'unione di Torino con Napoli pel trionfo dell'unione e dell'indipendenza italiana . *)
Il Plezza giunse a Napoli la mattina del 10 gennaio, in ritardo sul previsto a causa del mare grosso che aveva procrastinato la partenza del vapore Virgilio da Genova dal 4 al 7. Consegnò subito al Collobiano le lettere di richiamo e al Balestrino, segretario di legazione, gli ordini ministeriali.2)
Grande fu lo stupore del Collobiano, che non s'aspettava simile richiamo. E ne scrisse al Gioberti:
La sorpresa di una tal sùbita misura, alla quale i miei precedenti per nulla mi prepararono, cede tosto però leggendo le gentili e provvide espressioni della S. V. Ul.ma, non altro lasciandomi che il rincrescimento di vedermi ora goder questo cielo nel solo intento di giovare alla salute, quando mi lusingava di potervi nel tempo stesso essere di qualche utilità al Paese ed al servizio di Sua Maestà.
Alle 11 antimeridiane, fatto chiamare d'urgenza dal Cariati, il quale già conosceva l'arrivo del Plezza, il conte fu avvertito che il re aveva deciso di non riceverlo, e fu pregato di avvertirne egli stesso il senatore. H ministro aggiunse di voler così risparmiare al Piemonte un patente rifiuto che potesse ferirlo e render meno buoni i rapporti reciproci. In seguito a questa impreveduta difficoltà il Collobiano credette opportuno differire fino a nuovo ordine la presentazione delle ricredenziali, nell'intento di non rompere prematuramente e forse inop-portunamente le relazioni tra i due Governi.3)
La decisione di Ferdinando era dovuta, secondo le parole del Cariati, al fatto che non si era avvertito prima il Governo napoletano, com'era consuetudine, della
1) Istruzioni del Gioberti al Plezza, Torino 2 gennaio 1849, in Istr. Agenti, dei Re alVEstero, e. 3; già riportate integralmente dal Bu.Ncm, op. ciu, VI, 77-78.
2) Plezza al Gioberti, Napoli, 10 gennaio 1849, n. 2, in Carte PoU div., cari. 28, n. 185.
3) Collobiano, 10 gennaio 1849.