Rassegna storica del Risorgimento
1848-1849 ; DIPLOMAZIA ; DUE SICILIE (REGNO DELLE) ; SARDEGNA (
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30 Guido Quazzu
1815, all'esame di tutte le Potenze firmatarie di essi. Temendo allora di differir troppo la conclusione dei negoziati, ì franco-inglesi si mostrarono più arrendevoli di modo che nella seconda metà di gennaio i colloqui apparivano ormai più redditizi, *)
li PIEMONTE BOMBE LE RELAZIONI DIPLOMATICHE CON NAPOLI
Nel frattempo l'incidente Plezza prendeva nna piega molto pericolosa per le relazioni amichevoli fra Torino e Napoli. Il Cariati, continuando a corrispondere col Collobiano, aveva inviato a lui, il 15 gennaio una nota, in cui dichiarava che il governo borbonico desiderava mantenere i migliori rapporti con quello sordo e contestava che il rifiuto fatto al Plezza offendesse le norme del diritto internazionale, tanto più che tale rifiuto non si sarebbe verificato se, conforme agli usi, il Gabinetto torinese avesse preavvertito quello napoletano. Il ministro borbonico aggiungeva poi che il Sovrano avrebbe continuato a riconoscere il Collobiano come rappresentante del re di Sardegna. 21
Del contegno tenuto dal Cariati il Plezza era molto preoccupato e adirato: Io avrei abbandonata questa città se le circostanze gravi in cui si trova il Piemonte non mi avessero suggerito tutta la possibile moderazione. Del resto, la sua posizione era affatto falsa, poiché il Governo napoletano era perfettamente in regola nel corrispondere col Collobiano, il quale non aveva ancora presentato le ricredenziali. Inoltre l'inviato non poteva partecipare ad alcun ritrovo, né vedere persone responsabili o bene informate.s)
Per offrirgli un valido collaboratore nelle pratiche diplomatiche e nelle interviste con i più alti personaggi di Napoli, il Gioberti inviò nella capitale borbonica come legato a latere il duca di Dino-Talleyrand, abile negoziatore, brillante parlatore e dotato di molte aderenze. Egli stesso, secondo quanto l'abate afferma nel Rinnovamento, si era offerto per quell'incarico.4)
Imbarcatosi il 20 a Livorno, ove era giunto per terra, il diplomatico arrivò a Napoli la mattina del 23. Appresa dal Plezza la precaria condizione della rappresentanza piemontese, stabili d'accordo con lui di recarsi dal Cariati per parlargli a nome del Gioberti e penetrare i reali motivi del rifiuto borbonico. Andò però prima a visitare il Collobiano per convincerlo che il suo richiamo non era dovuto a ragioni personali, ma a un rimpasto generale determinato dal recente mutamento ministeriale. Dal conte potè capire che la vera ragione dell'atto napoletano era l'aver il Plezza fatto parte dicevasd a Napoli del ministero Pareto.5) Cosa questa inesatta, poiché il Plezza era stato ministro dell'interno nel Gabinetto Casati-Collegno, di cui era stato membro bensì il Pareto, ma in posizione secondaria. 1)
*) BIANCHI, op. cit., VI, 57-59.
2) Cariati al Collobiano, 15 gennaio 1849.
3) Plezza, 21 gennaio 1849, n. 6 (un frammento si trova in Legazione Napoli). Cfr. pure Plezza, 24 gennaio 1849.
*) Gioberti al Plezza, Torino, 14 gennaio 1849; Plezza, 24 gennaio 1849, n. 7; Dino-Talleyrand, Livorno, 19 gennaio; idem, Napoli, 23 gennaio 1849, un, 1 e 2.
5) Dino-Talleyrand, 23 gennaio 1849, n. 2.
6) Plezza, 21 gennaio 1849, n. 6.