Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVI ; FIRENZE
anno <1947>   pagina <45>
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VArchivio di Stato di Firenze
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per mezzo del confessore del Re, padre Caccamo, aderente al partito dei cronici e già massone; miserie e spilorcerie del prìncipe ereditario odiato da tutti e partico­larmente dalla troppa; misure violente per diminuire i voti del Re in Parlamento; la Regina si ritira a Castelvetrano; misure temerarie del Bentink verso i sovrani; sud­diti inglesi alla corte; il Marat pagava 47.000 ducati mensili in Sicilia al ministero del Re per essere favorito segretamente....
Segue, quinto della serie, la Frusta politica e letteraria sull'opera intitolata: Della farsa nelle cose politiche di Luigi Angeloni frusinate, divisa in quattro ragiona­menti dedicati all'Italica Nazione pubblicata a Londra in due tomi per le stampe di G. Schulze, Roland Street, nel 1826. una critica a fondo, cioè sistematica, del­l'opera citata ed è ugualmente divisa in due tomi. Nel primo, tra le altre cose, il Torelli sostiene la nullità della capitolazione repubblicana del 1799, perchè non conclusa coi francesi: il Re non poteva capitolare coi suoi sudditi, vitupera i martìri, particolar­mente Mario Pagano, e il medico Cirillo che aveva rifiutata la grazia, non volendosi piegare a scrivere una supplica al sovrano; pone in rilievo gli atti di dolcezza e di magnanimità di Maria Carolina e, riferendosi ai moti costituzionali del 1820-21, di­fende a spada tratta l'operato non solo di re Ferdinando e del principe di Carignano, ma anche di Ferdinando VH re di Spagna. A ogni pie sospinto lo scrittore scaglia im­properi contro l'Angeloni che accusa di aver passato tutti i gradi dell'infamia. Note­vole un accenno contro il mutuo insegnamento: far obbligo a tutti di saper leggere è cosa più pericolosa che utile. Nell'altro tomo il Torelli confuta, punto per punto, citando le pagine, le dottrine politiche e sociali propugnate dallo scrittore frusinate e, in generale, i sistemi della moderna filosofia.
Maggiore brevità presenta il manoscritto successivo (sesto) costituito da due fascicoli di ce. 18, con titolo: Serie di fatti per servire al seguito delle Memorie Segrete del Gabinetto di Napoli e Sicilia fino ali*anno 1819 trovate nel portafoglio di un viaggiatore americano, ecc. Vi si discorre, fra l'altro, della corrispondenza e con­giura dei ministri di re Ferdinando in Sicilia in favore del partito francese; dei com­plotti orditi per inutilizzare i fucili, rubare artiglierie e munizioni da guerra in Paler­mo; della condotta del Medici, mentre il Murat era accampato al Faro (1810); della partenza della Regina e del suo viaggio a Zante, a Costantinopoli, a Odessa, a Vienna (1813-1814), dell'azione da lei esercitata sino alla morte (6 settembre 1814); dà ma­neggi di re Gioacchino durante i Cento giorni (1815)... Poiché ci ai arresta a questo punto, v'è motivo di ritenere che si tratti di opera non compiuta. Più brevi ancora sono i mas. settimo e ottavo, l'uno dei quali costituito da un discorso letto il 9 ago­sto 1818 all'Accademia dei Georgofili a Firenze: Se realmente siavi motivo a desi­derare che il nostro Paese adotti i nuovi sistemi di educazione in preferenza degli attuali e recante, alla fine, le firme autografe di C. Ridolfi, Torracchi e Tolomei; e l'altro da un solo fascicolo di ce. 10: Storia della rivoluzione del 20 marzo 1815 (in Fran­cia), che comprende solo l'avvertimento o prefazione e il primo capitolo dell'opera. Si tratta forse di un manoscritto presentato per la stampa e rigettato dalla censura. Va rilevata, nell'ultima pagina, l'affermazione che Napoleone fu relegato all'Elba fòrte perchè si era voluto aver riguardo al Capitano che aveva avuto l'onore di sposare una arciduchessa austriaca.
Di grande e particolare importanza risultano i documenti raccolti nel volume successivo (nono). Sono 14 fascicoli o fogli di complessive ce. 131 contenenti minute di lettere dello stesso Torelli alla regina di Napoli, al granduca di Toscana e a vari ministri e personaggi insigni. Nei primi cinque fascicoli sono trascritte ben 78 lettere