Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVI ; FIRENZE
anno <1947>   pagina <50>
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Ersilio Michel
(n. 192.1); gli atti documenti nelle cause sostenute dal duca Francesco Sforza Cesa tini, feudatario della contea di Santa Fiora colla corte di Toscana, tra il 1784 e il J 805, a cagione dell'indennità che egli pretendeva per essere stato leso nei suoi interessi e diritti doli estensione dei regolamenti dati alla provincia inferiore di Siena 1*11 aprile 1778 (n. 196,1). Hanno, invece, carattere pubblico la minuta, di notizia da spargersi secondo le intenzioni di S. A. Reale prima di divenire all'atto della Costituzione (n. 1.13), 0 le copie dei documenti relativi alla costituzione del Consiglio di reggenza, nel 1790* dopo cioè l'ascesa del granduca Pietro Leopoldo al trono imperiale (n. 143.2).
Mancano di data, ma possono riferirsi, almeno in parte, su per giù, a questo periodo di tempo quattordici biglietti autogran indirizzati dallo stesso granduca al suo segretario intimo Ranieri de Fulger (è unito al primo un Saggio di un'operetta apo­logetica delle cose di Germania). Altrettanto può dirsi di tre biglietti autografi della granduchessa Maria Luisa e di due lettere, pure autografe, dell'arciduca Ferdinando allo stesso segretario: queste due ultime, anzi, non mancano della data precisa, 11 e 28 dicembre 1790. Vari! documenti staccati, stampati e manoscritti, illustrano il governo civile e politico della Toscana negli anni immediatamente successivi: leggi, ordini, istruzioni, regolamenti per i cancellieri commutativi, norme per la riscossione uelle tasse e la concessione di prestiti, la manutenzione delle strade, la regolarizzazione dei fiumi e torrenti, la formazione, nel 1796, del corpo delle Bande (n. 221). Più note­voli i recapiti relativi al mantenimento ed alloggio delle truppe francesi in Livorno, la lettera del cav. Mattei, governatore della città, all'auditore consultore Frulloni (13 gennaio 1797), la promessa formale dell'inviato straordinario e ministro plenipoten­ziario di S. M. Siciliana che, in occasione della resa della piazza di Livorno, saranno conservati tutti i diritti di S. A. R., né sarà fatta ostilità a potenza veruna e persona (28 novembre 1798) (n. 49: 11, 13, 18).
Assai cospicuo resulta il gruppo delle carte e dei documenti concernenti il periodo della reazione austro-russa. Sono più specialmente da segnalare tre lettere circa la sollevazione di Arezzo e la marcia trionfale dei sanfedisti (n. 1.33). La prima è indi­rizzata dal capo di battaglione Casella, comandante la piazza di Arezzo, ai membri del governo toscano, 20 piovoso, anno 9 della Repubblica francese, per invocare pronti provvedimenti in favore della massa quasi infinita di miserabili indigenti; la seconda, in­viata dall'inglese M. "Windham ai senatori fiorentini, dalla Torre a Cogna (7 luglio 1799), riferisce le ultime notizie sulla marcia delle bande vittoriose che si trovavano ai suoi ordini: ... L'eroismo di queste truppe merita ogni riguardo e non dubito che la città di Firenze, riconoscendo il valore e la prudenza di questa generosa armata, faciliterà ogni mezzo per contentarla e stringerà anche più forte il nodo di amicizia che dovrebbe legarle insieme.... La terza lettera è indirizzata, il 21 settembre dello stesso anno, agli stessi senatori da Francesco Chclazzi, vicario di Arezzo, per ammonirli sul pericolo di nuovi tumulti, se continuassero a ritornare da Firenze coloro che erano stati arre­stati dal popolo sotto l'accusa di giacobinismo.
Altri documenti meritevoli di particolare menzione, per lo stesso periodo, sono il Diario originale della persecuzione sofferta dal proposto Ferdinando Fossi, direttore
i) In margine a questo documento v'è una nota del sen. Poggi: Estratta dal­l'originale esistente nell'Archivio del senatore Francesco Gianni che si trova presso i Leonetti, nipoti dell'erede del senatore Gianni suddetto.