Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVI ; FIRENZE
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1947
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pagina
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52
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Ersilio Michel
vi è registrata una conversazione originale in casa del duca di Ascoli, la sera del mercoledì santo, circa la spedizione di Moliicruo.
Stretta affinità d'argomento con questo notiziario segreto presentano numerose lettere di Maria Carolina, tutte insieme raccolte (n. 37). Sono complessivamente 68, delle'quali le prime dodici, degli anni 18071809 non si sa a chi indirizzate, forse al Rivolti. Solo poche righe che trattano di cose indifferenti sono scritte con inchiostro comune; tutto il resto, cioè la parte segreta e veramente importante, con inchiostro simpatico. In generalo la Regina ringrazia delle notizie ricevute e ne domanda sempre di nuove dal continente, dichiara la sua vera ed eterna gratitudine pei servigi che le si prestano, discorre del blocco inglese e della navigazione austriaca, si compiace dei successi della brava armata d'Italia e delle vittorie riportate dai valorosi spagnoli, mentre si addolora delle barche siciliane predate dai francesi. Le altre 56 lettere abbracciano il quinquennio 18061810 e sono indirizzate sicuramente al Rivolti, in Livorno. Non sono scritte tutte di pugno della Regina, ma recano solo, d'originale, la firma, alla fine, e spesso, intercalate nel testo o in margine, aggiunte o correzioni. Il contenuto è su per giù simile a quello delle lettere precedenti: rivelano, cioè, l'impazienza di ricevere notizie, ringraziano dei servigi ricevuti, raccomandano il sollecito recapito di lettere, promettono larghe ricompense future. Fanno parte di questo stesso gruppo 18 lettere indirizzate dal boli Caracciolo, da Messina, allo stesso Rivolti in Palermo, dal 1809 al 1811, per comunicare notizie intorno alle operazioni militari degli Inglesi e agli altri avvenimenti del tempo, ma più specialmente per richiedere l'intercessione del Rivolti presso la sovrana e ottenere nuove grazie e favori, soprattutto la proroga del godimento di pensione di una commenda gerosolimitana.
Agli anni successivi si riferiscono varie lettere del conte Girolamo Bardi, alcune d'indole familiare, altre riguardanti gli unici da lui ricoperti; la minuta di ima Memoria alla regina d'Etruria Maria Luisa per l'istituzione in Firenze di un'Accademia o Istituto di Scienze e Lettere, i documenti spettanti all'Accademia Etnisca di Cortona, di cui lo stesso Bardi era principe e lucumone, ecc. (n. 324.4). Riguardano più specialmente il diretto dominio francese in Toscana vari documenti, originali o in copia, raccolti e lasciati in dono dallo scrittore Giuseppe Conti: vari rapporti sull'estrazione e fabbricazione dell'indaco e del guado, sotto la direzione di Gaetano Ciò ni, sull'introduzione del sistema metrico decimale, da parte di una Commissione appositamente nominata e, in fine, diverse lettere scambiate tra lo stesso Cioni, il Prefetto del dipartimento dell'Arno e il ministro delle Manifatture e del Commercio a Parigi concernenti la fabbrica imperiale d'indaco (n. 23).
Vari documenti di questo stesso tempo presentano particolare importanza per la storia della cultura: tali ad esempio quelli concernenti la costituzione e l'attività spiegata in Firenze da una Società Filoiatrica (n. 24), e gli altri raccolti da Giovanni Anguillesi per la compilazione di un Itinerario storicostatistico della Toscana : estratti, per la maggior parte, di notizie comunicate, negli anni 1813-14, dai maires delle diverse comunità dei tre dipartimenti, del Mediterraneo, dell'Arno e dell'Ombrone (n. 51.3). Altri, più numerosi, riguardano interessi privati. Cosi i documenti sciolti e una filza di documenti originali, o in copia, della famiglia Barbolani da Montauto, relativi ai membri della famiglia stessa, al feudo di Montauto e a varie cause sorte per cagione di BBSO fra la stessa famiglia e il Governo toscano e 1 Impero francese (n. 191.2); e così pure le carte della famiglia Paoli, cui sono unite due circolari a stampa del vice prefetto dell'Arno e la copia di un sonetto scherzoso indirizzato da un sacerdote a Pio VI e di un rescritto dello stesso pontefice (n. 1.40).