Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVI ; FIRENZE
anno <1947>   pagina <56>
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Ersilio Michel
notevole tua dichiarazione dì Giampietro Vieusscux (Io sottoscritto ho ricevuto dal big. segretario Menzini, in seguito di disposizione di S. E. il Ministro dell'Interno, a ti­tolo di offerta per il governo di Venezia, un collo contenente camicie calzerotti, ed altri oggetti di vestiario... Firenze 11 7 ottobre 1848...), e sei minute di lettere dello stesso Adami (maggio-giugno 1849), per protestare contro le accuse che gli erano state mosse* a proposito dei medesimi sussidi, e per affermare la piena assoluta tranquillità della sua coscienza, come l'acqua in un bicchiere. Si riferiscono allo stesso anno altre carte, originali o in copia, relative alle assemblee legislative, all'opera della Commis­sione governativa in Toscana e all'ingresso delle truppe austriache in Firenze: molti di questi documenti originali (lasciati anch'essi dallo storico Conti) sono diretti al gonfaloniere della Capitale.
Non sono, invece, molto numerose le carte relative agli anni che intercorsero tra la seconda restaurazione toscana e la fine del granducato. Prime, in ordine di tempo, si presentano le notizie riservate trasmesse dal commesso di vigilanza di Massa Marit­tima al prefetto del compartimento (23 ottobre 1849) circa un supposto deposito d'armi e sospette riunioni nella farmacia Chiavacci, e la circolare riservata (29 ottobre 1849) ai vicari di Scansano, Orhetello, Arcidosso, circa una nuova loggia massonica che si supponeva contasse affiliati anche in Grosseto, e circa la sorveglianza da esercitare su vari liberali, N. Riccioli, l'avvocato Stefanopoli, Angelo Guelfi, di Scarlino, che aveva cooperato efficacemente, pochi mesi prima, al salvataggio di Garibaldi (n. 305). Seguono una lettera, in copia, del ministro Iacopo Mazzei al granduca Leopoldo II, dell'anno 1850 (n. 317), varie carte spettanti al Consiglio Superiore sanitario della Toscana (n. 319.2) e una busta contenente numerosi documenti originali relativi al concordato stipulato nel 1851 tra la S. Sede e il governo granducale, e ai negoziati svolti anteriormente (n. 321), *) il rapporto sulla gendarmeria toscana, dal 1 no­vembre 1851 al 31 ottobre 1852, compilato dal colonnello Facdouelle, dopo un anno da che gliene era stato affidato il comando, indirizzato al ministro dell'Interno Landucci e formato di tre parti relative al personale, alla disciplina, all'amministrazione. Scopo principale dello scrivente era stato quello di rappresentare le azioni lodevoli per le quali gli appartenenti al Corpo avevano meritato plausi e ricompense.
Molte e voluminose (nn. 160169) sono le carte lasciate da Niccolò Lami, mini­stro di giustizia e grazia, riguardanti in prevalenza la preparazione del codice penale toscano nel 1851 e le riforme che vi furono introdotte nei due anni successivi. E così, pure quelle dell'ultimo triennio del governo lorcnese (n. 305), concernenti affari eccle­siastici e più specialmente i rapporti con gli arcivescovi di Pisa e di Lucca, i fatti arbitrari commessi dal primo, cioè dal cardinale Corsi, e le relazioni diplomatiche esi­stenti con la S. Sede. Particolare significato presentano, in fine, i rapporti del R. Pro­curatore del Tribunale e del Procuratore Generale della R. Corte di Firenze, in data rispettivamente 10 e 14 marzo 1859, circa l'opuscolo di Vincenzo Salvagnoli: Della indipendenza d'Italia e il libro Toscana e Austria, Quanto al primo, il Procuratore Generale osservava: ... certo l'Autore ha misurato passo passo i pericoli tra i quali traversava, per evitarli, e vi è riuscito.
lì Sulla scorta di questi importanti documenti sono stati condotti i più recenti studi sull'argomento. Cfr. R. MORI, il concordato del 1851 tra la Toscana e la Santa Sede, in Archivio Storico italiano, a. 1940, nn. 3-4, pp. 4182 e 1941, n. 2, pp. 133-146 e F. BALDASSEROISI, Giovanni Baldasseroni uomo di Stato, in Bollettino Storico Livornese, a. V, n. 2, aprile-giugno 1941, pp. 122 segg.