Rassegna storica del Risorgimento
RESTAURAZIONE
anno
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1947
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pagina
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58
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VARIETÀ, RASSEGNE E DISCUSSIONI
GOVERNATORI AUSTRIACI DURANTE I PRIMI ANNI DELLA RESTAURAZIONE
Dall'ampio, appassionato tumulto in cui si era dibattuta l'Europa nei tragici albori del 1815, usciva un mondo diverso, privo di apparenti disannonie conguagliate nel fenomeno delle restaurazioni. Così anche in Italia venivano ripristinati gli antichi governi. L'Austria, eccezion fatta degli stati sardi e napoletani, estendeva la sua sfera d azione su tutta la penisola, riassumendo fino dai primi momenti la sua politica nell'assorbimento di quella nazione. Essa governava infatti direttamente il Lombardo Veneto; la Toscana e Parma con le dinastie parenti, il resto con le sue armate.
Il regno di Napoli era rimasto in piedi alla condizione che Murat divenisse nemico, di quello napoleonico e si impegnasse a tener sotto le armi 30.000 uomini, che dovevano operare coi 60.000 che l'Austria inviava in Italia. Dopo la conclusione di tale accordo, quel re col pretesto della necessità di mantenere l'ordine pubblico assumeva il governo dei paesi in cui erano avanzate le sue truppe. I Napoletani occupavano così nel gennaio 1814, Roma, Bologna, Firenze e Lucca, senza incontrare resistenza in alcun luogo. Murat si portava poi fin sul Po per dirigere le operazioni di guerra, deciso di unire i suoi sforzi a quelli delle altre potenze collega te, per contribuire all'opera della pace generale. Si dubitava però da parte degli alleati, ed a ragione, che la solidarietà del re di Napoli fosse sincera. Egli stesso si era accorto di essere divenuto un po' inviso a tatti, ai Francesi che lo accusavano di ingratitudine e di tradimento ed agli Austriaci, che gli rimproveravano la continua immobilità durante la campagna contro Eugenio. Convintosi poi sempre più che il Congresso avrebbe dato il regno di Napoli ai Borboni, si staccava dagli infidi amici offrendo il proprio aiuto al cognato, e il 15 marzo 1815 dichiarava guerra all'Austria, facendosi campione della libertà nazionale; il 17 marzo raggiungeva l'esercito nelle Marche ed il 30 da Rimini emanava H noto proclama, per invitare gli Italiani a combattere con lui per l'indipendenza e l'unità d'Italia.
L'appello doveva trovare scorso seguito, tuttavia le sue truppe potevano giungere nel territorio di Modena, riportando il 4 aprile al ponte S. Ambrogio sul Panaro un piccolo successo sugli Austriaci: questi però riprendevano il sopravvento, ributtando i Napoletani verso sud, vincendoli definitivamente a Tolentino il 3 maggio e costringendoli in Campania a riconoscere col trattato di Cosalanza del 30 maggio, la fine del regno di Gioacchino Murat. In poco più di un mese aveva cosi termine la campagna murattiana, disgraziata per tante ragioni e pur sacra nella memoria degli Italiani, per essere stata la prima combattuta nel nuovo secolo a nome dell indio pendenza d* Italia.