Rassegna storica del Risorgimento
RESTAURAZIONE
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1947
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Governatori austriaci, ecc.
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Durante questo biennio così movimentato della storia d* Italia, una regione non rimase indifferente dinnanzi all'appello di un liberatore, la regione cioè che meno d'ogni altra sapeva rassegnarsi alla restaurazione dell'antico regime, quella dello Stato pontifìcio, che al termine della breve campagna indipendentista del Murat, passava sotto la provvisoria amministrazione dell'Austria. Così nelle Marche e nelle Legazioni ritornava la servita straniera con due i. r. intendenze o governatorati. Alla testa di essi venivano chiamati due trentini: il consigliere di governo Dr. Ferdinando Felice Dorai, di Borgo Valsugana. con sede in Ancona, per le prime, e il maggior generale barone Carlo Giuseppe Steffanini, di Monte Airone di Tione, con sede a Bologna, per le secónde. Ad essi spettava la provvisoria effimera amministrazione di quelle regioni da esplicarsi con un benevolo controllo dell'organizzazione preesistente.
Le Marche avevano subito durante i primi anni dello scorso secolo varie vicende. Col pretesto che Pio VII aveva ricusato di unirsi alla Lega contro l'Inghilterra, Napoleone invadeva lo Stato Pontificio e quindi anche le Marche, che venivano poi nel 1809 aggregate al primo Regno d'Italia, formando i tre nuovi dipartimenti del Me-taiiro, del Musone e del Tronto. Verso la fine del 1813, i Napoletani occupavano la città di Ancona, eccezion fatta della cittadella difesa dalla V divisione francese del generale Barbou. Nel gennaio successivo Murat entrava in possesso della Marca d'Ancona assieme agli altri Stati romani, come abbiamo ricordato, e il 15 febbraio, dopo poco più di un mese di blocco e di 36 ore di bombardamento, anche i difensori della cittadella segnavano la capitolazione e così nelle Marche rimanevano fino alla prossima primavera le truppe napoletane.
Lo spirito pubblico in quella regione, come fu favorevole a Napoleone ed ai Francesi, Io diveniva pure per il Marat, proclamatosi campione dell'indipendenza italiana; sotto di luì si erano pure fondate le prime vendite carbonare.
Dopo le sconfitte del suo esercito a Macerata ed a Tolentino nel maggio 1815, anche i Napoletani che presidiavano Ancona si arrendevano il 31 di quello stesso mese agli Austriaci ed il generale Montemajor, nella dichiarazione di resa di quella piazza, ringraziava gli Anconetani per il favore dimostrato al regime di re Gioacchino.
L'amministrazione delle Marche da parte degli Austriaci doveva essere però brevissima, cioè poco più di due mesi, giacché ancora il 25 luglio, dopo aver smantellato i forti, essi rimettevano Ancona, le Marche ed Urbino al rappresentante pontificio, a patto che concedesse amnistia per le opinioni e pei fatti degli ultimi tempi e rispettasse i diritti reali acquisiti sotto il governo italiano.
Alla carica di temporaneo governatore, come abbiamo ricordato, venivo chiamato il dott. Dorili. Sul conto suo ben pochi sono i dati raccolti: scelta la carriera politica, la aveva percorsa quasi ininterrottamente nel Lombardo Veneto e precisamente presso il governatorato di Milano, raggiungendo nel 1816 la carica di ì. r. consigliere di governo effettivo; nella capitale lombarda egli moriva nel marzo 1845 nell'età di 7é anni, quale consigliere anziano della ì. r. giunta del censimento* Del breve periodo passato da quel funzionario trentino ad Ancona, non ci rimane che il proclama da lui pubblicato nell'occasione della consegna della città, della fortezza e di tutte le Marche,