Rassegna storica del Risorgimento
RESTAURAZIONE
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1947
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Governatori austrìaci, ecc, 63
abbia giocato un tiro ricscito al generale trentino: per avere da lai un salvacondotto egli aveva promesso di musicare un inno austriaco, che la banda militare avrebbe eseguito in piazza in una solenne occasione: Rossini partiva indisturbato, ma quando la banda suonava poi il pezzo, il pubblico si accorgeva che alle parole promésse il maestro aveva applicato le note di una conosciuta canzone patriottica ed antiaustriaca dell'epoca. Rossini però ha poi smentito simile diceria, affermando all'amico Santo-canale di essere incapace di simile vigliaccheria e che quando il generale trentino ritornava a Bologna, egli si trovava a Napoli a comporre un'opera per il S. Carlo.
In quell'epoca le Legazioni erano pure desolate da una tremenda carestia che aveva anche cansato come ricorda l'Helfert parecchi morti di fame a Bologna ed in altri luoghi.
Le critiche sulla condotta del governatore, alle quali devono aggiungersi quelle ad un altro generale austriaco Marziani pure nelle Legazioni, devono essere continuate, perchè in due atti di gabinetto, del 1 aprile e del 3 giugno, conservati presso l'Archivio di Stato di Vienna, si fa cenno ad una polemica sorta circa la condotta di quei due alti ufficiali, che però il Consiglio Aulico di guerra aveva prosciolto da ogni accusa.
Degli ultimi due documenti del 20 giugno e del 28 luglio 1815, di cui abbiamo notizia, il primo contiene le istruzioni del generale Bellegarde sulle norme che lo Stef-fanini e la Commissione militare austriaca avrebbero dovuto seguire per la consegna degli ufficiali nati nelle Legazioni; il secondo, la risposta del delegato papale al generale Steffanini circa il ripristino del Collegio spagnolo nei suoi antichi diritti. Alcuni pochi documenti contiene pure l'Archivio del ministero della guerra di Vienna, circa il periodo bolognese dello Steffanini. Di scarso interesse per la sua amministrazione essi fanno parte tutti del carteggio appartenente al Consiglio Aulico di Guerra e riguardano l'impiego di denaro a lui affidato, la denuncia contro di lui ed i suoi colleghi generali Marziani e Gober a cui facevano cenno i due documenti già sopra ricordati ritenuta del tutto ingiustificata, ed in fine l'esposizione all'Imperatore del Presidente del Consiglio Aulico di guerra, sulla infondatezza delle accuse a quei tre ufficiali.
H generale Steffanini, per istruzioni avute dal suo governo in un proclama dei primi di luglio, annunciava che le Tre Legazioni sarebbero quanto prima restituite al Pontefice, ma che non essendo ancora precisato il termine per la consegna, l'amministrazione pubblica doveva proseguire in base alle norme vigenti. Il 18 dello stesso mese avveniva la regolare consegna delle province di Bologna, Ferrara e della Romagna; il generale Steffanini lasciava così Bologna per assumere in quello stesso anno identico incarico per la Savoia.
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La popolazione del Piemonte aveva accolto con viva soddisfazione il 14 maggio 1814 il ritorno di Vittorio Emanuele I dopo la caduta di Napoleone e la vittoria degli alleati, rappresentati anche nella capitale piemontese da un notevole corpo di soldati austriaci; alla conclusione della pace del 20 novembre 1815, la irrequieta Francia veniva trattata dagli alleati in maniera ben più. dura di quanto non avessero avuto in* animo di fare prima dei Cento giocai. Ristabilita la monarchia ereditaria dei Borboni, i confini del Regno di Francia erano press'a poco ridotti a quelli del 1789. Anche la Savoia veniva così restituita al suo legittimo sovrano. Già durante i Cento giorni gli austro-sordi comandati dal generale di cavalleria conte Giovanni Frimont, rioccupavano la Savoia rientrando il 3 luglio 1815 a Chambery: al generale Steffanini veniva affidato dal Frimont, che aveva il comando delle truppe austriache in Savoia, il