Rassegna storica del Risorgimento
AZEGLIO, MASSIMO TAPARELLI D'
anno
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1947
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pagina
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165
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Come sono nati, I miei ricordi 165
o di vantarsi proprio col prediletto nipote: ho passata la mia vita a tentare l'impossibile, onde sono avvezzo al duro, e quando mi ci rompo il naso mi sento fresco per ricominciare più dopo che prima (9 gennaio 1853). Quale si ritrova, del resto, anche nei gruppi di lettere indirizzate ad amici romani, come il Tommasoni, il duca Sforza Cesarmi, il Panta-leoni, queste ultime, disgraziatamente, [al solito falcidiate da omissioni prudenziali.
Nello stesso anno del carteggio col Pantaleoni apparivano le lettere inviate tra il 1848 e il 1862 al Durando, le quali, per il 1848, meglio s'intendono se lette con la scorta dell'accurato opuscolo di Giovanni Sforza e di quelle al principe Camillo Aldobrandino ministro dell'armi nel gabinetto RecchiAntonelli.
Seguire la diaspora dell'epistolario azegliano è fatica grande e qui non necessaria, che rimandiamo volentieri al giorno in cui riusciremo a pubblicare la raccolta che veniamo ordinando. *) Lettere di Massimo sono sparse un po' dovunque, tra quelle del Capponi o nei Miei Ricordi del Minghetti, nell'Epistolario del Farmi e in quello del Giusti, nei Bicordi del Castelli e nel Carteggio dell'Amari, nella corrispondenza a stampa del Manzoni e nel volume dell'Averta sul Jocteau, dai saggi di F. PREDARE, I primi vagiti della libertà italiana in Piemonte (Milano, 1861) e di F. ODORICI, H conte Luigi Cibrario e i tempi suoi (Firenze, 1872) e dal vecchio lavoro di D. BERTI, H conte Cavour avanti il 1848 (Roma, 1886, ristampato ai nostri giorni) alla più recente biograna del mazziniano Gaspare Ordono de Rosales, di A. CUTOLO (1939). Basterà, quindi, limitarsi a qualche ulteriore segnalazione, che consenta di farsene una più precisa idea.
I giornali, naturalmente, hanno accolto in grande quantità frammenti della corrispondenza azegliana e riviste, numeri unici, miscellanee e pubblicazioni per nozze, oltre quelli già indicati, ce ne serbano ogni momento altri frammenti. 2) In volumi bolognesi sono venute alla luce lettere a Benedetto Monti e alla contessa Carolina Tattini; e, prima nella rivista II Risorgimento italiano (1916), con la falsa paternità del Gabotto, poi, e non senza fortunose vicende, in volume, L. C. Bollea, che altre pubblicò nell'articolo sul Castello d'Envie, ce ne ha fatte conoscere molte al Villamarina e a diversi corrispondenti. H Vaccalluzzo, più volte ricordato ad onore, ha ristampato lettere già edite dell'Azeglio
1) Un primo sommario cenno aveva già dato G. FALDELLA., M. a" A. e D. Pantaleoni. Carteggio inedito, Torino, 1888, pp. 5-6.
-'j B. CIAACPINI ha pubblicato or non è molto Lettere di M. d*A. a Cosimo Itidolft, in Leonardo, n. XIV (1946), pp. 33-38.