Rassegna storica del Risorgimento
AZEGLIO, MASSIMO TAPARELLI D'
anno
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1947
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pagina
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167
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Come sono nati I miei ricordi 167
negli stessi momenti di collaborazione certa diffidenza moralistica verso la disinvolta audacia di lui impedisce il pieno riconoscimento delle qualità del grande statista. La dirittura del suo carattere ha giustamente ribadito POmodeo s'era irrigidita in pedagogia nazionale. Nei riguardi del Rattazzi, poi, giunge addirittura all'ingiuria, e sprezzante ed ingiusto si palesa anche verso altri continuatori dell'opera del Conte. Quando sono qui scriveva da Torino al nipote il 13 aprile 1863, in pieno fervore di stesura dei primi capitoli dei Miei ricordi vedo la Corte ridotta a postribolo, dove non incontro se non il fiore dei furfanti; vedo il Governo caduto in mano di quel che ci può essere al mondo di pia sudicio; m'incontro faccia a faccia con quel porcume, e vorrei sapere come si fa a non andare in bestia?.1)
Che se, in fondo, un sereno atteggiamento d'indipendenza e di piacevole sopportazione della vita predomina in tutte le sue lettere pubbliche e private, si da farcelo sorprendere bonario e sfaticato anche tra le più. Berie vicende ( Vidi e conobbi per le inique corti è il verso del Tasso che più di frequente gli spunta con burlesco sospiro sulle labbra sorridenti, e mi secco molto la più sincera e frequente confessione del suo periodo di governo), la scanzonatura e la bonarietà non impedivano a questo leale servitore dello Stato, severo con gli altri in fatto di dignità e di denaro, d'imporsi per primo il rispetto della propria dignità e del pubblico denaro, e di ricordare ammonendo fin dai tempi di Timori e speranze agli improvvisati amatori di novità e più, forse, di imitazioni straniere: la forma del Governo non è una cosa arbitraria, che si scelga a piacere da pochi progettisti politici, e si imponga con un decreto come il colore d'una coccarda o il taglio di una uniforme. La forma del Governo è conseguenza necessaria dello stato sociale d'un popolo . Lo spirito che lo anima è uno solo: quello che, come abbiamo veduto, il De Sanctis trovava raro nei suoi contemporanei. E magari fosse stato raro soltanto in quelli!
Ma, giustamente, i lettori del suo carteggio, nel quale si ha ci sia lecito insistere il più ricco e appropriato commento ai Miei ricordi, Cercheranno con maggiore curiosità le note e gli accenni politici. E l'Azeglio non li deluderà con la sua rude franchezza, che gli consentiva anche di mettersi da solo contro le idee dei più e sfidare l'opinione
ìj Così la lezione autentica data dal Bollea. Il testo del Bianchi {Lettere cjt., p. 323) è pudicamente abbreviato e travestito: M'incontro faccia a faccia con molto sudiciume, e vorrei sapere come si fa a non andare in bestia? .