Rassegna storica del Risorgimento

AZEGLIO, MASSIMO TAPARELLI D'
anno <1947>   pagina <172>
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172 Alberto M. Ghisalbarli
me, ne avrei anche abbastanza.*) Ed eccolo, infatti, a brontolar con l'Arese: Mi pare che con questo Napoli abbiam messo la mano in mi vespaio più popolato di quello che forse credevano 1 In genere affari è meglio farne molti o farli bene ? e ancora con lo Stefanoni: Di nuovo, qui nulla; nell'insieme ce n'è troppo, e non vorrei che si facesse la du­plicata del '49. Diceva Sancho Pausa: la codicia rompe elsacco se ben mi ricordo. 2) E, libero dagli affanni, dai tormenti e, perchè no, dalle sue incomprensioni governatoriali, prorompeva: Non posso dirti come mi trovo rasserenato a non aver più per le mani Garibaldi, questori, dispacci, circolari, etc. che non so a che salsa cucinare. Non era mestieri per me. 3)
Galantuomo, però, non voleva prestarsi a giochi ed intrighi contro il Cavour, pur sentendo crescere in sé la diffidenza per i metodi a suo parere troppo eterodossi dell'amico e pur nutrendo gravi preoccupazioni per i problemi suscitati dalla conquista del Regno di Napoli e dal mito romano. Se talvolta sono stato in dissenso con Cavour su certi punti, vedrò di camminar d'accordo più che mai ora che, raccogliendo i segni che mi vengono da varie parti, m'accorgo dove mirano certi zeli e certe collere. Del resto, la nostra politica non va né a destra né a sinistra: è sempre la stessa, modificata soltanto nelle applicazioni dalla prudenza che consiglia lo stato presente. Noi non pieghiamo verso nessuno se altri vuol piegare verso noi e aiutarci, padroni e mille grazie . 4)
Ma l'accordo col suo grande successore non doveva durare a lungo, e proprio per la questione romana, sulla quale l'Azeglio, prendendo lo spunto da una brochure del Torelli sulle elezioni, diceva aperto e schietto il suo parere in un opuscolo, che suscitò rampogne, critiche e, presso molti, scandalo, tanto s'opponeva all'opinione prevalente. Per far qualche cosa per la patria ho scarabocchiato una brochuretta di cin­quanta pagine sulle cose correnti, i partiti, Venezia, Roma, papa,
J) A Francesco Arcse, 12 marzo 1860; inedita in Archìvio Arese, Osnago (Como); a Carlo Stefanoni, 3 aprile 1860; copia in M. G. R, Roma.
z) 16 luglio 1860, inedita, in Archivio Arese; 18 lnglio, copia in M. G. R., Roma.
:J) A Francesco Arcse, 14 settembre 1860, inedita, in Archivio AreBe. Sei giovane ed 6 il tuo tempo scriveva il 29 dicembre 1860 al figlioccio Stefano Pacetli. Il mio e di starmene accanto alla stufa, e per passar la malinconia di veder l'Italia io man de' Torchi, sporcarmi le dita col colore, come lo dimostrano Jd presenti macchie , inedita, in M. C. R., Roma.
4) Al fratello Roberto, 7 febbraio 1861, in A. COLOMBO, Carteggi e documenti diplomatici inediti di Emanuele d'Àsegìio, Torino [1946], ed. fuori commercio, voi. II, p. 486'