Rassegna storica del Risorgimento

AZEGLIO, MASSIMO TAPARELLI D'
anno <1947>   pagina <184>
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184 Aìhvrto M. Ghisalburti
nello studio del suo amico e rivale postumo, il pittore Fabre, il quale incaricato d'una Sacra famiglia per Narbona, faceva stare il fanciullo a modello pel bambino Gesù. E i rapporti tra i due testi sono continui ed evidenti, tanto da farci ritenere che il Camerini abbia avuto a sua disposizione un racconto seguito che si spingeva uno al 1845. ' ' E, proba­bilmente, a quei testo si ricollegano in qualche modo gli altri brani auto­grafi, che il Torelli utilizzò per il compimento dei Miei ricordi uno dei quali è addirittura databile con l'accenno alla mancanza delle ferrovie nello Stato romano, entrate in esercizio solo nel 1856.2)
Col 1861 l'intenzione autobiografica dell'Azeglio si fa .più precisa e, come egli dirà più tardi al Tabarrini. proprio per l'impulso e la sugge­stione del buon esito dei Racconti. Cornice di eventuale più ampio la­voro gli erano apparsi questi, come abbiamo veduto, fin dal settembre 1856, e non diversamente li giudicava quando, il 20 aprile 1861, richie­deva al fedele Torelli la collezione completa del suo Checchi) Tozzi. H proposito è evidente: .forse potrei farne qualche cosa seguitandolo: sarebbe una cornice da mettervi dentro ogni cosa.3) Ma, come s'è detto* l'accentuarsi dì certo suo irrigidimento moralistico di fronte alle solu­zioni politiche del 1860-61, soprattutto dopo la morte del Cavour, gli fa concepire l'idea di sviluppare quel primo abbozzo in un quadro assai più vasto e complesso, nel quale la trama biografica doveva servire di pretesto a quell'opera di pedagogia nazionale, che sempre più gli appa­riva indispensabile ed urgente per le ragioni che si sono largamente
*) Ved. facsimile in PAOLI, op. cit., CAMERINI, op. cit., pp. 5-6, da confrontare con Miei ricordi, p. SI. Cfr. anche la rievocazione della prima scomunica (PAOLI, op. cit.,p. 252, CAMERINI, op. cit., pp. 7-8) e la deliberazione d'andare a Roma (PAOLI, op. cit., p. 254, CAMERINI, op. cit., p. 12). Più scarso l'accenno in PAOLI, op. cu., pp. 254-255, alla sua opera di pittore e di romanziere di guanto non sia nel CAMERINI, op. cit., pp. 27-28, dove, p. 31, sono anche rievocate con grazia le ansie per il Fiera-mosca e pp. 32-34, le delusioni parigine del 136, dimenticate quest'ultime dal Torelli nel suo infelice raffazonamento dell'ultima parte dei Miei ricordi, e a pp. 44-45 le fatiche per il Nicolò de* Lapi, I due brani di p. 47 e 48-50 del CAMERINI., in cui si rifa la storia della grande avventura politica, del '45 (cfr. PAOLI, op. cit., pp. 255-256), sono invece seguiti da altre pagine nelle quali stentiamo a riconoscere una derivazione ozegliano.
a) Veti. Miei ricordi* p. 503, brano soppresso dagli editori fiorentini. È chiaro che anche l'allusione di p. 510 alla inopportunità di dar cenni sulla trafila è ante* riore per lo meno al 1860. E la soppressione operata dai primi editori del brano di p. 525 si giustifica solo con l'idea che esso possa apparire steso dopo il 1860. Ma è chiaro che l'accenno al triste gfco d'avvenimenti che ci ho condotti dove siamo si riferisce alle vicende del '48-49 ed è stato buttato giù forse anche prima dell'in­tervento piemontese in Crimea.
*) PAOLI, op. cit., p. 87,