Rassegna storica del Risorgimento

AZEGLIO, MASSIMO TAPARELLI D'
anno <1947>   pagina <188>
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188 Alberto M. Ghisalberù
assicurare' che non ci fu che tenerezza, pazienza, dolcezza, e che i torti passano tutti da nna parte. Amantissima dei figli, Cristina non riusciva tuttavia a intendere gli errori del troppo rigido sistema seguito dal marito, coinè non riuscirà più tardi a perdonare a Roberto la fellonia del Ventuno.l) D'altro canto, la testardaggine casalinga taparelliana e l'amor di novità non consentivano a Massimo di piegare. Puoi credere quante volte, in quante maniere diverse, con variati motivi, ho cercato di cambiare le idee di Massimo: per ora invano. Sai cosa risponde ? Io amo mio padre, e Tesser disposto a rinunziare ai miei progetti per obbedire ne è una prova; glielo ho promesso e non mancherò. Ma la tenerezza, la confidenza non si comandano: io ho un'impressione tale del passato che non si può scancellare. Storture, progetti aerei erano anche per la madre le aspirazioni del figlio, che dovevano culminare in un ul­timo gesto d'audacia irrispettosa. Non so se sappi che Massimo scrisse a papà il 21 per dirgli che chiedesse le sue dimissioni dal militare..?). Di tal gravità era la cosa che Cristina confidava alla nuora di star aspettando l'evento con tremarella.... 2) Un confronto con il capitolo XVI dei Miei ricordi ci permette subito di renderci conto anche qui della trasformazione avvenuta nel modo di presentare quegli antichi eventi. Solo, forse, nell'accenno al ritorno del mondo nel caos e al-
I abominazione della desolazione possiamo cogliere un'eco del dram­ma domestico che dava la tremarella a Cristina d'Azeglio. 3)
Dai colloqui del gennaio col nipote Massimo passò immediatamente all'esecuzione, come ci attesta l'indicazione, della quale ho parlato altrove, che leggiamo alla pagina 9 dell'autografo : ed oggi, trovandomi al giorno 7 febbraio 1863, compiscono appunto cent'anni meno tre giorni (dal centenario della nascita del padre). L'indicazione fu can­cellata dall'autore, ma è sufficiente per precisarci, più dell'accenno gene­rico ai tre mesi del primo capitolo, la data d'inizio del lavoro. 4) Tra
') U fellone del '21 era Roberto e non Massimo, e a Roberto, quindi, si rife­risce la lettera del Cavour del 10 maggio 1834, apparsa a torto di così difficile interpretazione, ad un pur sicuro e saldo commentatore, quale era il Ruffini.
II violent liberal e carbonaro déclaré divenuto le plus plat et le plus dégoùtant courtisan dn monde e senz'altro il maggior fratello di Massimo, F. RUF­FINI, La giovinezza del conto di Cavour, Torino, 1912, voi. I, pp. 211-222, e A. Luzio. Profili biografici e bozzetti storici, Milano, 1927, voi. I, p. 110.
~) OMOUEO, Aspetti* cit., pp. 184-185.
P Miei ricordi, pp. 203-204.
1 Vcd. A. M. GniSAUBEHTi, intorno al testo dei Mini ricordi di Massimo d'Azeglio, in Archivio della R. Deputazione romana di storia patria, a. LXV111 (1945), n. s., p. 192; DE RUUKIS, Genesi, cil., p. 408. Anche nella lettera al Barbèra pubblicata dal Rico! e negli Annali bibliograficUyeà. più avanti) accenna al febbraio come inizio del lavoro: Pereto se da febbraio a settembre ne ho scritto uno ecc.