Rassegna storica del Risorgimento

ROMA ; MASSARI GIUSEPPE ; MUSEI
anno <1947>   pagina <199>
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I fondi archivistici del Museo Centrate del Risorgimento 199
Massari era barese e, per quanto nel Regno delle Due Sicilie la sua attività politica ai sia potuta ben poco esplicare prima dell'esilio* data la giovanissima età, fa sempre legato a tutto l'ambiente meridionale e di quelle Provincie si occupò prima e dopo l'annessione. Per questo hanno importanza le lettere di Gennaro Belletti (1851-1860), Damiano Assanti (1850), Michele Amari (1849-1863 ricche, però, specie per il periodo in cui lo storico del Vespro fu ministro della P. I.), Ca­millo Caracciolo (1849-1873 interessanti per il 1860 prima dell'annessione), Rug­gero Bonghi (1851-1882 e segnaliamo quelle del 1860 per Il Nazionale),1) Francesco Criapi (1865), Pasquale Galluppi (1841), Giuseppe De Vincenzi (1854-1878), Pier Silvestro Leopardi (1847-1853), Giovanni La Cecilia (una del 1849 in cui chiede il permesso di soggiorno in Piemonte professando la sua fede nel Regno di Sardegna), Paolo Emilio Imbriani (1852-1873), Giovanni Nicotera (1863-1879), Raffaele Piria (1852-1854), Giuseppe Pica (una del 1861 sulla situa­zione polìtica napoletana), Giuseppe Salvatore Pianell (1866-1878), Aurelio Sali­ceti (1856-1860 con giudizi sull'atteggiamento piemontese nei confronti del Regno meridionale), Giuseppe Ricciardi (1862-1879), Girolamo Ulloa (1852-1866), Gaetano Trevisani (1857-1859), Salvatore Tommasri (1856-1860; nel 1860 parla di quel che accadeva a Napoli), Saverio Baldacchini (1862-1867), Raffaele Ulisse di Barbolani (1870-1875). Per la questione della soppressione dei conventi si possono leggere le lettere del vescovo di Conversano (1861-1864) e di padre Luigi Tosti (21 dal 1861 al 1878). Notizie politiche sugli ultimi anni del Regno delle Due Sici­lie troviamo nelle lettere di Aymé d'Aquin (1859-1860), di Henry Elliott (1860-1878) e di Giulio Figarolo di Gropello (38 dal 1854 al 1860), mentre Paolo Solaroli tra l'agosto e l'ottobre del 1860 si serve del Massari per far giungere le sue lettere al Re e al Cavour. Dopo l'annessione, ecco F. Spinola con 5 lettere del 1864 sul brigantaggio in Basilicata, Gioacchino Cu tinelli, che dipinge la situazione lucana (12 lettere dal 1866 al 1880), Stanislao Gatti (21 dal 1861 al 1868) che parla di Napoli, Ottavio Lanza di Trabia che riferisce sui moti del 1866 a Palermo. E, infine, gli amici più. intimi di Giuseppe Massari: Giuseppe Pisanelli che tra il 1850 e il 1878 gli invia 56 lettere (ricordiamo quelle del 1865 dall'Italia meridionale); Guglielmo Pepe, del quale il Massari curò l'edizione delle Memorie (16 lettere tra il 1845 e il 1851); ') Silvio Spaventa, che inizia il suo carteggio nel 1850 per finirlo nel 1879, scrivendo 17 lettere fra le quali interessante una del 31 luglio 1860 sulla situazione a Napoli; Antonio Scialoja (22 lettere tra il 1856 e il 1875), Carlo Poe-rio che comincia la sua corrispondenza dal carcere nel 1859 e la continua fino al 1866, dando, in questo ultimo anno, notizie elettorali assai diffuse.
Non è solo nel Mezzogiorno che Giuseppe Massari conta assidui corrispon­denti, ma anche nello Stato Pontificio e in Toscana. Nei domini del Papa, l'amico più caro è sicuramente Marco Minghelti, e ne fanno fede le 156 lettere che si sus­seguono dal 1846 al 1880, delle quali notevoli quelle anteriori al 1860. Anche In
l) Non abbiamo potuto vedere l'articolo di G. INFANTE, Breve carteggio fra Ruggero Bonghi e Giuseppe Massari, in Japigia, 1944, e, quindi non sappiamo se le lettere siano inedite.
21 Vedile pubblicate in G. M. MONTI, Dal carteggio inedito di Guglielmo Pepe, in Archivio storico per la Calabria e la Lucania, 1937, dove sono tratte da copie. Ed infatti la data della lettera del 13 novembre 1849 va corretta in 18 novem­bre 1849 Non esiste l'autografo dello lettera 23 marzo 1850.