Rassegna storica del Risorgimento
ROMA ; MASSARI GIUSEPPE ; MUSEI
anno
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1947
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pagina
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200
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200 Emilia Morelli
queste provinole il direttore della et Gazzetta Piemontese hn il suo servizio di informazione. Pietro Torrigiaui (1856-1881) fino a tutto il 1859 gli dà dettagliate notizie su Parma insieme a Girolamo Cantelli (1856-1881) e a Ignazio Ribotti (1859-1863); da Ravenna scrivono Gioacchino Ràsponi (18581880) e suo fratello Achille (1857-1878); e poi Luigi Carlo Farini (1856-1861), Terenzio Mamiani (1843-1880), Achille Menotti (1853-1854), Gaetano Recchi (1849-1856), Gioacchino Pepoli (1858-1880), Carolina Tattròi Pepoli (1855-1876), Giuseppe Pasolini (1858-1876).
Nell'ambiente moderato toscano era logico che il moderato meridionale trovasse corrispondenza di sentimenti e di affetti e ad esso fosse vicino specie nei momenti cruciali che portarono all'annessione. Se Bettino Ricasoli (54 lettere dal 1855 al 1878) gli scriveva perchè passasse le notizie al Cavour prima e poi per discutere, nel 1865, sulla questione romana; se Leopoldo Galeotti (77 lettere dal 1858 al 1881) gli dipingeva la vita di Firenze, soprattutto dal maggio 1859 al novembre 1860, insieme a Ubaldino Peruzzi (25 lettere dal 1857 al 1876) e al toscano di elezione Giovanni Fabrizi (8 dal 1859 al 1871) e, infine, col suo brillante ingegno Vincenzo Salvaglieli (46 dal 1856 al 1860) lo teneva al corrente di tutti i retroscena, non possiamo non ricordare gli altri corrispondenti, minori per numero di lettere, ma non per posizione morale e politica, che ci completano il quadro di quel cenacolo di eletti ingegni che viveva allora nella Toscana granducale: Pietro Bastogi (1860-1875), Gino Capponi (1842-1873), Guglielmo Cam-hray Digny (1859-1878), Ugolino della Gherardesca (1860), Silvestro Cèntofanti (1850-1859), Leopoldo Cempini (1858-1860), Giovan Battista Giorgini (1859-1874). Carlo Fenzi (1856), Raffaello Lambruschini (1848-1860), Carlo Matteucci (1856-1862), Giovan Battista Vieusseux (1850-1862) e Vincenzo Ricasoli (1852-1860) che scrive dalla Crimea e dal fronte nel 1859. Nell'archivio sono conservati anche i testi delle risposte del Re agli indirizzi di Ricasoli e di Farini, per la consegna dei plebisciti, con correzioni autografe del Cavour.
Meno legato, malgrado la lunga dimora in Piemonte, alla classe .dirigente del vecchia Stato sabaudo, troviamo, però, fra i suoi corrispondenti Luigi Provana del Sabbione (7 lettere dal 1842 al 1845), Cesare Balbo (3 dal 1845 al 1846) e Ludovico Sauli d'Igiiano (6 dal 1844 al 1858).
Prefetti e agenti diplomatici ufficiali e ufficiosi furono gli altri informatori del Massari prima e dopo l'unità: Cesare Bardesono gli scrive da Foggia (1861) e da Pesaro (186162); Gerolamo Cantelli (1864-66) da Firenze; Domenico Pes di S. Vittorio della Minerva da Lisbona e da Atene (18611870); Luigi Corti dalle sue varie sedi, ma specialmente da Londra nel 1860; Giuseppe Greppi (18591882) da Londra, Berlino, Monaco e Madrid; Pietro Martini (1866) da Parigi; Filippo Oldoini da Lisbona; Ferdinando Perrone da Firenze nel 1855; Michelangelo Castelli lo tiene informato di quel che accade e Torino (1865-1866) dopo il trasporto della capitale e Giuseppe Covone sugli avvenimenti bellici del 1866. Otto sono le lettere di Costantino Nigra fra il 1869 e il 1878, e assai interessanti, specie per il Congresso di Parigi, le quaranta di Ercole Oldofredi. Non dimentichiamo, infine, Giacomo Lacaita (1859-1880) e Antonio Paniezi (1852-1859), che sono vigili nel tenerlo al corrente sui retroscena della polìtica inglese.
Il Massari fu anche segretario della Camera dei deputati: occo perchè molti colleghi si rivolgevano a lui per ottenore congedi o per chiedere l'ordine delle discussioni. Fra questi Valerio Beneventani (1864-1881), Nino Bixio (1864-1866),