Rassegna storica del Risorgimento
ROMA ; MASSARI GIUSEPPE ; MUSEI
anno
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1947
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pagina
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201
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I fondi archivistici del Museo Centrale del Risorgimento 201
Carlo De Cesare (1862-1880), Enrico Cosenz (1869-1871), Tommaso Corani (1876), Giovanni Codronchi Àrgeli (1875-1882), Luigi Federico Menata (1861-1878), Adriano Mari (1867-1876), Aurelio Saffi (1862-1JB6): fcfc ai Prendenti Giuacppe Biancheri (1870-1876) e Giovan Battista Cassinia (1859-1865).
Costanza A reo uà ti non aveva molta fiducia nella costanza di lavoro del Massari, se scriveva a Michele Amari, nel 1848, quando il nostro aveva incominciato a scrivere per ia Patria di Firenze; Mi piace vedere che è diventato lavoratore; ae continua merita molta lode. *) Essa si riferiva al periodo parigino; perchè poi la sua attività fu grande e multiforme: giornalistica, storica, politica. Non che trascurasse la vita mondana: gli inviti non si contano nelle sue carte ed è sempre ricercato perchè conosce tutti e serve a rendere intimi anche i pranzi ufficiali. E specialmente nell'ambiente francese e in quello diplomatico conta veri amici; per lui non si tratta solo di lettere di cortesia, ma di cordialità di rapporti; ed, infatti, i nostri agenti diplomatici all'estero spesso indirizzavano a lui gli stranieri che erano destinati in Italia, perchè li introducesse in società. Fra gli Inglesi, Ralph Abercromby (1850) e Lione! West (1854-1856) sono tramite per avere con sicurezza lettere da Napoli, mentre Eduard Cardwell (1858) discute sulla questione del Cagliari e John Dalberg Acton (1870-1871) e Odo Russell (1860-70) danno notizie sulla situazione di Roma. Massari riceve anche una lettera da Lord Mal-mesbury (1873) e una da Gladstone (1851) ed è amico di AugustPaget (1868 1882). I Francesi sono più largamente rappresentati nei loro diplomatici: Gra-mont (1853-1859), La Tour d'Auvergne (1858-1869), Noailles (1873-1876), e in scrittori e giornalisti: Henry Fournier (1872-1878), Francois Mignet (1845-1871), Charles de Mazade (1855-1879), *) Edgard Quinet (1865); Alexis de Tocqueville (1851), Gustave Reiset (1852-1878) che manda al Massari copia di varie lettere dell'Azeglio e brani del suo diario per i lavori storici dello stesso Massari e di
F. Gualterio. 3) L'ambiente bonapartista ebbe nel nostro un fedele anche dopo il erollo del secondo impero, e, probabilmente, su queste amicizie si creò la leggenda del suo essere niurattiano. Ricordiamo poi, i prussiani Carlo von Bunsen (1856-1882) e Roberto Keudell (1875-1881), lo svedese Carlo Wechtmeister (1856-1870), il belga Jnles Dcvaux (1878-1880), il portoghese Diego Coeilo (1860-1881).
Abbiamo accennato alle discussioni sulla questione romana, citando le corrispondenze del Ricasoli e del Visconti Venosta. Questo fu argomento che interessò particolarmente il Massari, ed, infatti, abbiamo alcune lettere che direttamente investono questo problema, e sono quelle di Luigi Arco (18681870), J. Doelliugcr,
G. Darboy, arcivescovo di Parigi (1870), Carlo Loyson (1870-1871), il famoso epadre Giacinto che discute con lui anche di materia religiosa, Luigi Sil-vestrelli (1860-1865) e Giuseppe Chccchctelli (1865), esuli romani, Carolina Pallavicini (1870), Domenico Peu di S.Vittorio della Minerva (1858-1859), Elìsio Cugia (1871) che parla della situazione nella città dopo l'ingresso delle nostre truppe.
J) Carteggio di Michele Amari a cura di A. D'Ancona; Torino. 1896, voi. II,
p. 227.
2j Vedi le 24 lettere del Massari al De Mazade pubblicate da Maurizio Visconti nell'Annuario del Liceo Ginnasio Pietro Colletta di Avellino nel 1932.
3) Non vi sono lettere del Couein, mentre E. Di CABLO, Giuseppe Massari e Vittorio Causiti, in Japigia, 1935, ne ho pubblicata una del Francese dirotta al nostro.