Rassegna storica del Risorgimento

TOSCANA ; CAPECE MINUTOLO DI CANOSA ANTONIO
anno <1947>   pagina <210>
immagine non disponibile

210 Achille De Ruberlis
vedo dei fatti particolari a-Lei favorevoli* ma ne vedo un numero infinitamente mag­giore* pia generali, pia luminosi che si oppongono alla di Lei tesi, che abbracciano il lungo periodo che passa fra il 1789 e il 1814. Fatti che si ripetono con frequenza, che hanno una manifesta somiglianza tra loro* che mostrano una generosità ignota a molte altre rivoluzioni e fanno in una maniera positiva renderci omaggio ai sacri' fizi della nobiltà e del sacerdozio fatti per la causa dei re e della religiosa. V Europa tutCora rammenta la generosità del clero di Francia a fronte dette persecuzioni orga­nizsate e condotte con Vastuzia più infernale* la resistenza opposta, il sangue versato a torrenti, lo spoglio dei beni, le deportazioni* gli esili e gli stenti che i sacerdoti ed i Vescovi francesi soffersero fuori della patria* e dei quali poteronovedereia durezza VInghilterra* la Spagna, la Germania e VItalia medesima. La nobiltà non fu meno magnanima* e raccolta sotto i vessilli di un principe del sangue fece conoscere che meritava una miglior sorte di quella che forse per malizia degli uomini incontrò* ma molti dell'uno e delValtro ceto curvarono finalmente la fronte* e divenuto dopo il 1800 monarchico il Governo di Francia amarono il nuovo ordine di cose. Sia pur così* ma una gran parte dietro giuridiche sanzioni credè poterlo fare e Valtra ciò non ostante non si arrese in alcuna guisa* ma molti nobili* molti sacerdoti e molti religiosi scandalizzarono colla loro condotta i buoni. Anche questo pur troppo è vero* ma che erano cinquanta teste riscaldate a fronte di quelle schiere che serbarono fede ai loro principi? Furono queste delle eccezioni funeste è vero* ma confermarono il tenor gene­rale tenuto dagli altri. Anche nel 1812 e 1813 fu prescritta solennemente la ricogni­zione degli amministratori dette Diogesi e degli intrusi, ma anche allora si videro esemplari ecclesiastici rilegati a Fenestrelle ed in altre fortezze* o nella Corsica ed altri luoghi disagevoli. Io non parlo del capo della Chiesa* né del Sacro Collegio dei Cardinali. Ella con tutta la cristianità ne rammenta i generosi sacrifizi.
Ma che dovremo dire della Spagna ? La nobiltà* le Cortes* i Vescovi* i preti ed i religiosi sostennero il trono di Ferdinando VII* e questo Re cui è dedicata questa di Lei opera dovrà dire forse: ma la nobiltà del mio regno* ma il clero dei miei Stati si è certamente portato in una maniera degna di sé* degna della Spagna e detta gran­dezza della causa che sosteneva.
In conseguenza di tutto questo io non le nascondo che non posso essere del di Lei sentimento netta sostanza dell'opera. Che importa questo a me ? Nulla pare. Ma sarò solo in questa opinione ? il pubblico dopo il primo bagliore sarà egli del senti­mento del Sig. Principe di Canosa? lo sarà la nobiltà? lo sarà il clero?
Se non che il Canosa, stizzito che egli non avesse compreso lo spirito della sua opera, con altro tono subito cosi replicò :
K.mo Padre Sig.re e Padrone Col.0
Lo spirito della mia opera non può essere compreso veramente* ed in tutta la sua estensione* che da me. Ella sarà sorpreso da risa nel sentirmi avanzare questa prima proposizione in esordio della risposta all'ultima sua pregievolissima: pure ella va così in tutta l'estensione del termine. Per accostarmi con tutta candidezza al concreto posso per altro asserirle che molte proposizioni che troverà generali lo sono meno di quello che suppone in effetto, e ciò ho dovuto praticare per una certa mo­destia, decenza e rispetto per i paesi particolari che avrei dovuto nominare. Poche volte il mio pensiero esce dalle Alpi* ed avrei un grande materiale onde dimostrare verissimo ciò che asserisco. Prendendo nulladimeno la controversia in generale*