Rassegna storica del Risorgimento
BELGIO ; PELLICO SILVIO
anno
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1947
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pagina
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215
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DOCUMENTI ITALIANI NEL BELGIO TRE LETTERE DI SILVIO PELLICO
H desiderio espresso qualche tempo fa, ripetuto più recentemente J) che cioè non si aspetti troppo ad offrire agli studiosi il completo epistolario del Pellico, non tarderà, spero, a divenire realtà, perchè gli studi sull'autore de Le mie Prigioni non si arrestano ed importanti contributi alla conoscenza del pensiero del Saluzzese hanno, anche recentemente, aggiunto preziosi documenti all'epistolario. desiderato 2).
Sparse in libri ed in periodici, molte lettere del Pellico sono, per la rarità di crucili, da considerarsi quasi inedite, ma senza dubbio archivi, biblioteche pubbliche e raccolte private, sia in Italia che all'estero, conservano lettere, di questo scrittore tanto letto ed amato ovunque. Forse non tutte saranno di grande valore, ma tutte avranno un interesse non trascurabile, non fosse altro per farci conoscere i rapporti che il Pellico ebbe, in patria ed all'estero, con innumerevoli ammiratori. Tradotte in tutte le lingue le Memorie del Pellico, oltre essere la più terribile condanna dell'Austria, resero il nome della nobile vittima, venerato in tutto il inondo. Scrittori d'ogni paese gli dedicarono parole d'ammirazione e di fraternità, gl'in-viarono i loro scritti ed oltre gli sforzi d'annodar con quello relazioni espistolari, non risparmiarono fatiche a sé ed agli altri per poterlo avvicinare, allorché ebbero la ventura di recarsi in Piemonte. Ai visitatori stranieri da me altrove ricordati3) mi piace aggiungere il francese Valéry, pseudonimo sotto il quale scriveva Antonio Claudio Pasquin, del quale scrissi tempo fa. *) Nato a Parigi nel 1789, conservatore della biblioteca della Corona sotto Carlo X, ufficio che occupò a Versailles e al Trianon sotto Luigi Filippo, il Valéry visitò cinque volte l'Italia dal 1828 al 1840 e vi conobbe i migliori nostri e fu ammesso nei salotti più famosi. In ogni città italiana aveva amici e corrispondenti ed il suo nome ricorre spesso nel carteggio Tommaseo-Capponi. Il Monti, il Pindemontc, il Cesarotti ed altri molti furono da lui personalmente conosciuti e nel 1840, trovandosi a Torino, potè soddisfare il vivo desiderio di render visita all'autore de Le mie prigioni, che incontrò nel castello del marchese Tancredi Falletti di Barolo, marito della grande protettrice del Pellico, GiuBetta Còlber-t,in;' quella magnifica villa VIGNA BAROLO, presso Moncalieri, tanto ricordata dal Pellico stesso.5) Così narra l'incontro il Valéry: Ho visitato recentemente Silvio Pellico e posso dare un'espressione a questa fama tanto pura* Egli era in campagna in una incantevole vigna delle
*) R. U. MONTINI, II Pellico, la Donna gentile e i libri del Foscolo, in Rass. Stor. del Risorgimento , gennaio 1940, p. 73; C. GARPENÈ, Una lettera inedita di S.Pellico, nella stessa rivista maggio-giugno 1942, p. 402.
2) L. GASPARINI, Il romanticismo del Pellico in alcune lettere inedite relative al Conciliatore, in Ardi. Stor. Lombardo, 1941, fase. 1-4, pp. 109-130.
3) M. BATTISTINI, La fortuna del Pellico nel Belgio, in Rass. Stor. del Risorgimento, cft. 1933, fase. 4Ù.
) M. BATTISTINI, Viaggiatori stranieri a Livorno, in Boll. Stor. Livornese , 1941, a. 3, p. 214-219.
>)i iB, ALLASON, La vita di S. Pellico. Milano, Mondadori, 1933.