Rassegna storica del Risorgimento

"SICILIA (LA) NEL RISORGIMENTO ITALIANO"; GIORNALISMO
anno <1947>   pagina <255>
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Libri e periodici 255
sansimoniana di Pisa, sorta nel 1832. Notizie in parte inedite ne dà il Rosselli, rilevando il fascino che il misticismo delle dottrine del Nouveau Chris tianisme esercitava sui giovani per la novità delle idee e dei problemi che dibatteva. L'intervento dello zio rettore di S. Caterina frenò gli entusiasmi del Montanelli, che eran corsi all'orecchio della polizia, ma non spense il germe delle teorie socia­liste in Italia. U terreno non era ancora maturo per lo sviluppo di esse, ma il programma seducente di emancipazione del proletariato e della donna, misto di elementi religiosi e scientifici, quale era propugnato dal Globe trovava già allora qualche eco in pensatori e agitatori isolati, e presto ispirerà gli sparsi moti sociali della Penisola nel 1847 e nel 1848 e particolarmente, in Toscana, i comu­nisti di Ponte al Serchio. L* Educatore del Povero, giornale nato morto nel gennaio del 1833, fu lo sfortunato precursore dei fogli operai e socialisti di molti anni più tardi.
Contributi parziali, ma notevoli, alla storia delle vicende sociali italiane dell'altro secolo offre il Rosselli, ponendo in rilievo il ritardo nella formazione in Italia di un movimento di organizzazione operaia e sottolineando alcuni motivi che la facilitarono.
Risolto in gran parte il problema politico, nasce a poco a poco, dopo il 1860, l'esigenza sociale: gli artigiani e gli operai più intelligenti constatano dolorosamente che la rivoluzione politica non ha mutato le coudizioni economiche. Aumentano gli scioperi, sorgono numerose nuove società mutue, i mazziniani prendono la dire­zione del movimento operaio, mentre l'ostilità dei clericali contro il nuovo stato italiano è potente coefficiente di propaganda classista. Stampa e pulpito si coaliz­zano nel rilevare gli errori e le colpe della classe borghese dominante. Esultano i clericali italiani agli echi della Comune parigina del 1871. Tersi e canzoni vengono coniati per creare imbarazzi al Governo. La Giovine Italia preconizza che la società e infiammata dalle moderne dottrine, partorirà un'idra di comunismo che già come cane alla catena voi sentite latrare.
I partiti politici laici si presentano in gran parte come conservatori e mode­rati anche nei riguardi della questione sociale, che considerano come un semplice problema di beneficenza. I mazziniani a poco a poco vengono superati, special­mente dopo l'atteggiamento negativo adottato dal Mazzini di fronte alla Comune, dai baknnisti. L'Internazionale tra il 1864 e il 1870 si sviluppa molto nell'Italia meridionale e centrale sotto la spinta di Balcunin e con gli auspici un poco ambigui di Garibaldi. Mazzini viene abbandonato come codino dai più giovani e ardenti seguaci. La propaganda internazionalista si sviluppa notevolmente e invade il Paese con innumerevoli giornali e fogli. Il 5 novembre 1871 tre delegati dell'In­ternazionale fanno una prima parata al dodicesimo congresso operaio convocato in Roma dai mazziniani. Il 9 dicembre si tiene a Bologna il primo comizio dei Fasci Operai aderenti all'Internazionale, il 17-19 marzo 1872 un Congresso re­gionale a Bologna, presenti 18 sezioni. Il 3 agosto 1872 a Rimini gli Internaziona­listi italiani si radunano per la prima volta a congresso generale. Già 50 sezioni esistevano in Italia. Mazzini muore desolato di fronte al crollo delle sue idee. Ma anche nel campo avverso c'è crisi: Marx ed Engels urtano contro Bakunin e perdono le loro speranze nell'Italia. Inoltre l'opera di Garibaldi confonde, anziché chiarire, i movimenti: esempio tipico ne è il patto di Roma del novembre 1872, ibrido connubio di internazionalisti e repubblicani mazziniani.
L'influenza dei mazziniani sul movimento operaio andò a poco a poco dimi­nuendo pel prevalere del parlamentarismo e del radicalismo dei repubblicani. L'op­posizione agli scioperi, la formazione di nuclei operai sempre più forti,la nascita del Partito Operaio (1882), portarono al conflitto molto aspro in Lombardia tra il 1882 e il 1890, il fondamento sindacale passò dal mazziniancsimo al socialismo, distrug­gendo il patto di fratellanza , che era la forza del movimento repubblicano.