Rassegna storica del Risorgimento

"SICILIA (LA) NEL RISORGIMENTO ITALIANO"; GIORNALISMO
anno <1947>   pagina <257>
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Libri e periodici 257
la tradizione epigrafica (molto importante quanto scrive sulla falsa lettura di crimina taxantur, invece di crimina laxantur, nell'epigrafe del Duomo di Siena; il Per ali sospetta che sia stato scritto apposta cosi nell'edizione veneta del Du Gange, edizione che è della prima metà del Settecento, e che farebbe sospettare come il tassare i peccati sia un errore voluto da qualche tipografo curialista: pen­sare, nel primo anno santo si tassavano i peccati; una ghiotta versione di un mali­zioso uomo del Settecento!).
Il volume continua con un utile esame di Niccolò Del Re sulla Curia Romana e di Pio Cìprotti sulle Leggi e Tribunali, un profilo di Guido Gonella sul pensiero politico, dove giustamente si fa notare come Sant'Agostino non intende opporre lo Stato alla Chiesa, mentre si propone di stabilire un'opposizione fra la città ter­restre e la città celeste.., lo Stato non è necessariamente il male: è una delle arene nelle quali si combatte il perenne agone fra il bene e il male. Igino Giordani, tecnico della storia del pensiero sociale cattolico, ci dà una lucida sintesi dell'opera sociale, Vincenzo Ussani ci parla filologicamente dei Papi e del latino dalle origini al secolo XIH, Angelo Mercati con straordinaria competenza ci descrive la Biblio­teca Apostolica e l'Archivio Segreto Vaticano, Bartolomeo Nogara tratta dei Musei e delle Gallerie, Valerio Mariani di Michelangelo nella Sistina e nella Paolina, Adriano Prandi delle Sale, stanze e appartamenti, Federico Volbach delle Arti minori, Francesco Severi ci illustra l'opera complessa pontificia a favore delle scienze, Andrea Lazzarini (con interessanti documenti) ci narra la storia del-l'Osservatore Romano, Carlo Pacelli ci parla dello Stato della Città del Vaticano. Gustose e argute notizie sono nel Capitolo Marte in Vaticano di Leopoldo Sandri, nel Capitolo Minuscula Vaticana di Luigi Huetter, e nel Vaticano e gli stranieri
di Silvio Negro.
M. P.
MA TU A TEBESA Imperatrice d'Austria, Lettere ai figli; Roma, Edizioni della Bus­sola, 1944, in 8, pp. 332. L. 160.
Prefazionata e annotata da Alberto Spaini vede la luce una scelta delle lettere che Maria Teresa soleva scrivere ai figli e ai suoi fidi.
In questo intelligente volume curato dallo Spaini si può seguire quella capil­lare e penetrante opera di persuasione e di ricatti sentimentali, con la quale l'Imperatrice d'Austria tesseva i fili del suo ricamo europeo. Che rimproveri suo figlio Giuseppe, conreggente dell'Impero, sottolineando i suoi cavilli e le sue sotti­gliezze, la sua ostilità a tutte le tradizioni e anche al clero, o che affermi di voler salvare l'Europa dall'abisso, domina sempre in Maria Teresa una sottile e com­plicata ansia psicologica: ma è una complicazione che talora scoppia in un sincero triste dolore umano; nella dura lotta tra Ethos e Kratos esclama che mestiere maledetto è la guerra: contro l'umanità e contro la felicità!. L'implacabile ne­mico. Federico II, il mostro, occulta potenti micidialissime armi: tutte queste invenzioni per la distruzione del genere umano le trovo abominevoli, ella dichiara; settecentesco amore per la pace che le fa affermare: meglio una pace mediocre che una guerra fortunata.
Il suo paternalismo serve anche la religione, ma una religione creduta ( la grazia non agisce più in loro perchè sono diventati servi inutili e poltroni, e Bonza la benedizione di Dio tutte le nostre opere sono vane, così scrive al figlio Ferdinando) in lotta aperta contro le novità dei filosofi, a proposito dei quali scriveva al figlio. Massimiliano: nessuno e più debole e meno coraggioso che que­sti cosi detti Spiriti" forti, nessuno più vile e più disperato di fronte alle più piccole sventure.