Rassegna storica del Risorgimento

"SICILIA (LA) NEL RISORGIMENTO ITALIANO"; GIORNALISMO
anno <1947>   pagina <262>
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262 Libri e periodici
tempo i reazionari; non era neppure la concezione della libertà come diritto al lavoro, come liberazione dal bisogno; non era l'affermazione del dominio di una nuova classe, del Quarto Stato.
Ma era però e questa è la risposta del Demarco, che forse avrebbe dovuto essere rivelata in modo più conciso ed organico in un momento estremamente pericoloso della storia italiana ed europea, di fronte al coalizzarsi delle forze rea­zionarie legittimistiche con quelle conservatrici clericali, una coraggiosa affer­mazione della libera e consapevole volontà delle classi piccolo-borghesi, di dar la mano al proletariato per ricostruire insieme una società più giusta e più libera.
Per questo, rientrando in Roma dietro le truppe dell' Oudinot, la reazione pontificia e clericale impose il terrore del triumvirato rosso distruggendo quasi tutta l'opera del Mazzini e dei suoi collaboratori. La prova di saggezza rinnova-trice data dalle nuove energie sociali trovava nel connubio dei ceti capitalistici di ogni paese con l'occulta potenza internazionale della Chiesa, l'ostacolo più grave alla sua piena attuazione.
L'ideale di un cattolicesimo liberale o democratico si infrangeva nel groviglio
degli interessi temporali della Chiesa, inconciliabili come dichiarava Pio IX
- con la libertà, capitale errore del secolo e coi nefandi sistemi del nuovo
socialismo e comunismo. tepì
GUIDO QUAZZA
RUGGEHO MOSCATI, Austria, Napoli e gli Stali conservatori italiani (1849-1852) ; Napoli, R. Deputazione di Storia patria, 1942, in 8, pp. 194. L. 30.
Questo lavoro costituisce una nuova tappa di una storia delle relazioni diplo­matiche tra 1 Austria e il Regno delle Due Sicilie dal 1821 in poi, storia che pur non avendo una sua unità tipografica esiste in parte già di fatto, se teniamo conto delle varie pubblicazioni che il M. in questo campo ci ha date. Dedicando inoltre il libro al Maturi, che si era occupato del periodo che va dal Congresso di Vienna al 1820, l'autore si ricollega idealmente a quest'altro studioso, nella segreta spe­ranza forse che possa presto giungere il giorno in cui la storia della diplomazia napoletana dell'800 sia un fatto compiuto.
Con un saggio apparso nel 1938 l) il M. sulla scorta di documenti viennesi e napoletani aveva pertanto fatto una interessante ricostruzione dell'ultimo periodo dell'ambasceria napoletana di Schwarzenberg. Ora, sia perchè la politica napole­tana dal'48 al '52 non possa assolutamente scindersi da quella italiana e europea in genere, sia perchè le alte qualità di quell'ambasciatore avessero destato l'interesse del M., fatto è che il quadro si è allargato e ne è venuto fuori una viva esposizione della politica degli stati italiani, ad eccezione del Piemonte cui l'autore promette di dedicare un lavoro a parte*
Lo Schwarzenberg era nel frattempo diventato presidente del consiglio e mi­nistro degli esteri della monarchia asburgica e così anche da questo punto di vista la sua visione del problema italiano è fondamentale per una adeguata conoscenza della politica austriaca. Perciò il M. ha avuto un'ottima idea nel premettere un succoso capitolo sul principe, su questo e Mann der Einsicht und der Tat come lo definì con epigrammatica concisione il Grillparzer cui purtroppo la storio­grafia tedesca non ha ancora dedicato un lavoro completo. Né ne è stata studiata razione politica nei riguardi del nostro paese. Il M. vi si accinge per primo, e dimo­stra con alcuni giudizi di aver compreso a fondo il personaggio. Non resta che da
]) Appunti e documenti su ì rapporti a ustro-napoletani alla vigilia del *48f in Annuario del R. Ist. Storico Ital. per l'età mod. e contemp., volume IV.