Rassegna storica del Risorgimento

"SICILIA (LA) NEL RISORGIMENTO ITALIANO"; GIORNALISMO
anno <1947>   pagina <263>
immagine non disponibile

Libri e periodici 263
augurarsi un approfondimento dei punti da lui toccati, e che col tempo ai possa avere qualche Arneth, o Marcks e Srbik che ne scriva una biografia esauriente, in cui, accanto alla sua concezione medioeuropea, venga giustamente valutata anche la politica italiana. Salito al potere il 22-11-48, il principe si trovò di fronte alla ostilità anglo-francese ed addensatasi alcuni giorni dopo una nuova nuvola sullo orizzonte politico, la questione romana, Schwarzenherg credette forse di vedervi un mezzo con cui scalfire rentente avversa. II capitolo che tratta della questione romana pone appunto in evidenza questa intenzione dello Schwarzenherg, desu­mendosene inoltre che nella valutazione del problema stesso Austria e Francia erano sostanzialmente d'accordo fin dagli ultimi di dicembre del *48. Questo accordo non eseluse però una posizione ambigua da parte francese, posizione che è bene lumeggiata da queste parole del Thiers a Huhner: Le Cabinet est tout dispose a concerter avec vous un pian d'action, mais aux yenx de la Franco 1* intervention de la France et de PAutriche, si elle a b'eu, doit se faire par chacun de son coté et sous l'apparence d'une méfiance mutuelle, et non à la suite d'un concert entre les deux puissances. C'est un mal, j'en conviens, mais c'est un mal inevitable. E questo dualismo tra politica parlamentare uffi­ciale e quella (come dire?) segreta di gabinetto salta agli occhi durante tutto il periodo delle trattative ed in ispecial modo dopo lo sbarco a Civitavecchia. La poli­tica dello Schwarzenherg poteva così anche avere un esito pericoloso, ma come ci si doveva altrimenti comportare? Lo stato generale d'Europa scriveva egli aH'Esterhàzy, plenipotenziario a Gaeta nous fait la loi d'user de beauconp de ménagements envers la France. Non restava che attendere che la situazione si chiarisse: vi contribuì la vittoria, nelle elezioni, della parte orleanista-clericale-legittimista, ed il Tocqueville, nuovo ministro degli esteri, liquidò la questione romana, accontentandosi di vaghe assicurazioni di riforme, che costituivano perla Francia una porte sur e et honorable.
Il capitolo del M. mette così in chiaro vari punti rimasti finora in ombra. Anzitutto appare l'intenzione dello Schwarzenherg di servirsi del problema romano per migliorare la posizione austriaca, appoggiandosi alla Francia per isolare l'Inghilterra scopo che infine si raggiunge par la force des choses et un peu aussi par les efforts de la diplomarle autrichienne , come si legge in un di­spaccio dello Huhner. Inoltre si viene a conoscenza che la questione romana era in pratica un solitario tra Francia e Austria, assumendo la Conferenza di Gaeta una funzione puramente coreografica.
Intimamente connessa a quanto sopra è la restaurazione in Toscana (cap. III). Il carattere della missione Hubner è dal M. così sintetizzata: bisognava essere sicuri... che [la Francia] in compenso della libertà d'azione lasciatale su le coste romane del Tirreno non ostacolasse l'Austria nella sua opera di restaurazione nella Italia centrale . Questo disegno dello Schwarzenherg di agire in Toscana come se si trattasse di una provincia qualsiasi dell'Impero trovò però dapprima un ostacolo nel decreto d'amnistia promulgato dal Granduca dietro suggerimento del BaldasBeroni, cosicché lo Hiigcl ebbe a rammaricarsi di un governo peu autrichien. Ma poi a poco a poco la politica autrichienne ebbe il sopravvento.
I rapporti austro-napoletani (cap* IV) di tutto questo periodo BÌ possono ridur­re in ultima analisi all'antitesi tra due idee, l'una facente capo allo Schwarzenherg, l'altra a re Ferdinando. Al primo sembrava che il Regno delle Due Sicilie avesse estremo bisogno di riforme, sulla base di franchigie comunali, Consigli provinciali, Consulta suprema et similia; il secondo di concessioni non ne voleva sapere. Né l'uno ne l'altro erano poi disposti a cedere: questa la ragione del fallimento della missione De Marsilio, di cui il M. per primo ricostruisce le vicende e i risultati.
Gran parte del libro è infine dedicata alle trattative intercorse tra gli stati con­servatori della penisola per la formazione di una lega. L'idea di Schwarzenherg (e