Rassegna storica del Risorgimento

"SICILIA (LA) NEL RISORGIMENTO ITALIANO"; GIORNALISMO
anno <1947>   pagina <265>
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Libri e periodici 265
Radetzky. In realtà Schwarzenberg da Napoli si diresse via mare a Trieste donde
raggiunse Vienna e poi l'Italia con Tarmata del Nugent. A pag. 40 il dispaccia di
Schwarzenberg a Thom del 17-1-49, citato come inedito, è stato anche pubblicato
dal D'Angeberg nel ano Recueil des Traitést Conventions et Actes diplomatiques con-
ternani VAutrìche et VItalìet Paris 1859, page. 525-29.
SILVIO FURLAKI
ANDREA GENOINO, Le vicende del libro nel Reame di Napoli 1815-1860; Cava dei Tirreni, Tipografia Coda, 1943, in 16, pp. 131. L. 15.
Il titolo ci avverte che il libro non è una comune rassegna bibliografica di quanto venne pubblicato nel Regno di Napoli, in quel tempestoso periodo di tempo, che va dal Congresso di Vienna alla caduta dei Borboni; più esattamente esso può definirsi la storia del libro, attraverso le vicende politiche degli ultimi quarantacinque anni del reame.
L'autore descrive con ricchezza di particolari, l'istituzione dell'imposta doga­nale sull'entrata dei libri stranieri nel Regno, tendente a limitare le relazioni culturali coll'estero, e ricorda la serie di pubblicazioni in difesa della libertà del commercio librario, diretta a conseguire l'abolizione di un protezionismo assurdo, che aveva il recondito fine politico di combattere il progresso intellettuale delle masse per evitare il propagarsi dei sentimenti liberali.
Segue l'interessante capitolo sull'attiva, rigorosa censura esercitata nel Regno e la caccia spietata alle pubblicazioni degli altri Stati italiani e stranieri, segnalate come pericolose, mentre scrittori fedeli alla dinastia e preti tentano dì opporre alle oramai generali aspirazioni patriottiche, il principio che fa scaturire il potere regio dalla volontà divina.
Tra le pubblicazioni di tal genere, primeggia il catechismo del conte Mo­naldo Leopardi, adottato come testo nelle scuole, che costituì una delle più acerbe accuse del Gladstone al Governo borbonico, accanto a quelle contro la prepotenza della polizia, la parzialità giudiziaria e l'inumanità verso i prigionieri politici.
L'autore descrive poi la reazione del Governo borbonico alle accuse del Gladstone, specialmente attraverso la stampa cattolica, alla quale replica l'esule Giuseppe Massari, pubblicando, tradotte in italiano, le lettere del Gladstone, corredate da notizie e documenti; chiudendo lo scritto con un commovente saluto ai fratelli napoletani da quel Piemonte verso il quale, da tutte le terre italiane, si volgeva lo sguardo come a suprema speranza.
Accenna quindi alle lettere ed alle pubblicazioni degli esuli siciliani contro il mal governo borbonico, che, finalmente, dà alle stampe un libro ufficioso, col quale tenta la difesa del proprio sistema di governo e della propria amministrazione; libro che viene spedito in numerose copie dai rappresentanti diplomatici all'estero, a scopo divulgativo.
Si accentua intanto il rigore attraverso la censura e la Giunta di revisione, che colpiscono inesorabilmente ogni libro di colore sospetto, mentre l'esule Antonio Scialda, attacca, con autorevole competenza, l'amministrazione napoletana, vanto di Ferdinando II, pubblicando un volume che ebbe un enorme successo
politico.
Si arriva cosi al regno di Francesco II e al decreto 1 maggio 1860, che abo­lisce quello del 1822, fissando il lieve dazio sui libri importati dall'estero, consen­tendo, finalmente, l'entrata nel regno di ingenti quantità di opere, e presto anche la censura* a seguito della concessa costituzione, viene abolita e ritorna libera la stampa, fino al punto che i giornali del regno, non temono di pubblicare entu­siastiche notizie, sull'epica, travolgente avanzata su Napoli di Garibaldi.