Rassegna storica del Risorgimento
"SICILIA (LA) NEL RISORGIMENTO ITALIANO"; GIORNALISMO
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1947
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pagina
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266
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266 Libri e periodici
Termina il volume un'appendice che riporta la rarissima protesta del cardinale Ruffo, arcivescovo di Napoli, al principe reggente, Francesco I, in data 2 gennaio 1821, al quale prospetta i pericoli della libertà di stampa e della costituzione-
Volume originale per l'interessante argomento che tratta, nel quale l'autore, con efficace e chiara sintesi e con particolare competenza, tratta la politica del Governo borbonico in rapporto ai libri del tempo per arginare il movimento culturale ed il propagarsi delle idee nuove nel reame, attraverso leggi miranti a proteggere apparentemente i libri pubblicati nel Regno, ma in effetti tendenti ad evitare, che il progresso-intellettuale delle masse, potesse sviluppare un più forte sentimento di patriottismo, diretto a conseguire, attraverso riforme liberali, l'unificazione della penisola.
ALFREDO RICCI
PAOLO DALLA TORRE, L'opera riformatrice ed amministrativa dì Pio IX fra il 1850 e il 1870; Roma, A. V. E., 1945, in 16, pp. 96. L. 50.
Presentata da Alberto Maria Gbisalberti quest'operetta, contrariamente all'usuale cliché che fa dello Stato Pontifìcio una tabula rasa dopo il fatale '48, tende a mostrare la complessa opera amministrativa, che può riassumersi nel decentramento dell'amministrazione con organizzazione, rendite, assemblee, autorità del tutto distinte, nella vigorosa lotta contro il brigantaggio, nell'opera di consolidazione e di conversione finanziaria, di miglioramento nell'esazione e ripartizione delle tasse dirette, nell'attuazione dei lavori pubblici e di bonifiche, di acquedotti e di impianti telegrafici, di ferrovie, nell'erezione di un istituto di credito agrario, nell'attuazione di agevolazioni alle manifatture nazionali, buoni dazi protettivi, efficaci divieti di esportazione, avvedute privative, nello snellimento di dazi d'importazione, nell'erezioni di asili e nel rafforzamento di altre opere pie.
Lettura quindi utile per chiarire alcune posizioni degli ultimi scorci dello Stato Pontificio. Naturalmente, però, se illumina un notevole paternalismo papale, questo fervore riformatore è oramai sordo agli urgenti interrogativi del principio di nazionalità. In realtà, come avverte giustamente il Gbisalberti, in contrasto coi tempi a nulla dovevano giovare rette intenzioni, saggezza di governanti, rinnovata efficienza di istituzioni. ,,
M. P.
CABLO MARANELLI, Considerazioni geografiche sulla questione meridionale, a cura di C. BARBACALLO, G. LUZZATTO e F. MILONE; Bari, Laterza, 1946, in 8, pp. XXVni-336. L. 460.
Nello studio della questione meridionale vanno distinti due filoni: uno di polemica politicosociale, ed uno economicogeografico: naturalmente essi si intrecciano variamente: si pensi a un Giustino Fortunato, in cui prevale una visione pessimistica della soluzione, a causa proprio di difficoltà fisico-mctereolo-gichc. Gli scritti, invece, del Maranelli sprigionano un sano e cosciente ottimismo; è l'uomo che cambia la natura, non cessa di mostrare il Maranelli (e nel suo scrivere come s'intreccia la tradizione meridionale aUa operosa tradizione cattancanal). Il Maranelli aveva presente la complessità della questione e la vanità di ricercarne la causa causarum: ne la razza, né il malgoverno passato o presente, né il clima, isolatamente, possono spiegare il problema meridionale; ma stimava che, tutto sommato, la poca produttività dipendesse dalla cattiva coltura. Il Maranelli ai era confermato nell'idea che* se si paragonano i risultati delle analisi dei terreni