Rassegna storica del Risorgimento
1720-1731 ; VIENNA (CONGRESSI DI)
anno
<
1948
>
pagina
<
11
>
La politica estera degli Stati italiani, ecc. Il
di Vienna che provocò im ironico commento di Clemente XI che mette conto di esser riferito:
Che codesta corte per il suo proprio interesse voglia unitamente col Papa cosi nna nota della Segreteria di Stato del 15 giugno 1726 *) opporsi con tutto il vigore alle pretensioni nuovamente eccitate a favore del figlio della Regina di Spagna sopra Castro e Ronciglione, caznina bene e riesce di nostro vantaggio: ma non si può già sofferire che il signor Conte di Zinzendorf, nel partecipare a V. S. Ill.ma una siffatta risoluzione dell'Imperatore, abbia parlato, come se a nostra contemplazione e colla mira di sostenere i diritti della Santa Sede volesse la Maestà Sua entrare in questo impegno; quando purtroppo vegghiamo in tante altre pendenze di non minor rilevanza per la Sede Apostolica la durezza con cui siamo costi trattati; ed Ella lo sa meglio d'ogni altro. U Sig. Cardinale Giudice s'avvisò di far su questo articolo a Nostro Signore una parte consimile a quella che fece con Lei il suddetto Signor Conte di Zinzendorf. Sorrise la Santità Sua ed aggiunse che era tanto persuaso della sincerità di tali espressioni, che anche quando l'Imperatore fosse in manifesta rottura con Roma, avrebbe sperato una siffatta assistenza: anzi che l'Imperatore, anche a nostro dispetto e per forza, ci averebbe prestato tutto l'aiuto per impedire che Castro e Ronciglione cadessero in potere altrui. Non sarebbe male che in buona occasione, sorridendo, si valesse anco V. S. Ill.ma con cotesti Ministri di queste istesse espressioni usate dal Nostro Signore per far loro comprendere che qui si valuta quanto merita la grazia che ci vogliono fare.
Era necessario per lo Stato Pontificio, come si vede, che un proprio rappresentante fosse ammesso al futuro congresso. E la Santa Sede, mediante la promessa dell'elevazione alla porpora del Dubois, seppe assicurarsi nella questione l'appoggio francese. Morto Clemente XI nel marzo 1721, il successore di lui, Innocenzo XIII, creava cardinale il ministro degli esteri di Francia: ed, in ricompensa, mons. Alessandro Albani poteva essere ammesso al Congresso di Cambrai quali plenipotenziario dello Stato Pontificio.
Verso il congresso erano rivolte altresì le speranze del Granduca di Toscana. Cosimo III era irritatissimo che, a sua insaputa, delle sorti future dei suoi domini si fosse deciso nel trattato di Londra; oltre che vivamente offeso di non essere stato neppure interpellato in quella occasione, egli era addolorato per il fatto che, malgrado le assicurazioni precedentemente avutene, le potenze non avevano tenuto in alcun conto le disposizioni che, nel novembre 1713 egli, insieme al Senato fiorentino legittimo rappresentante dell'antica repubblica, aveva preso in favore dell'Elettrice palatina.
i) Archivio Vaticano cit.