Rassegna storica del Risorgimento
1720-1731 ; VIENNA (CONGRESSI DI)
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1948
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La politica estera degli Stati italiani* <*cc. 15
d Europa. In particolare la classe dirigente napoletana chiedeva la formazione di un esercito indigeno e di una flotta, propugnava la formazione di un codice nuovo, reclamava una legge contro gli acquisti del clero, la restrizione delle immunità ecclesiastiche e in genere dell'invadenza della Caria di Roma, l'esclusione dei forestieri dagli unici e dai benefici del Regno, l'impegno da parte del governo a spendere unicamente a beneficio del paese i proventi fiscali del Regno, una riforma degli studi.*)
Esigenze a cui solo in piccola parte il governo di Vienna tentò di provvedere. Certo, la creazione del Banco di San Carlo che, ostacolato in tatti i modi dalle resistenze degli ignoranti e degli interessati, avrebbe dovuto avviare al riscatto delle entrate fiscali, l'impulso dato alla formazione di una squadra composta di quattro vascelli e quattro galere, il nuovo assetto che si pensò di dare al commercio e al lavoro, lo sviluppo e la sicurezza che si tentò di assicurare ai traffici dell'Italia meridionale e della Sicilia con i trattati di commercio stipulati con il Sultano, con Algeri e con Tripoli, 2) nonché la creazione del porto franco di Messina, segnano dei punti in attivo per la dominazione austrìaca. Ma, d'altra parte, quanto più rilevante il passivo!
Particolarmente increscioso ai napoletani fu il modo con coi la corte di Vienna vulnerò la concessione fatta al paese, intesa ad escludere i forestieri dalle cariche e dai benefìci del Regno. Fatta la legge, trovato l'inganno: Vienna riparò concedendo continui diplomi di cittadinanza napoletana ai sudditi che intendeva beneficare a spese delle finanze di Napoli, ed in ispecie a quella turba di spagnoli che gremiva la corte di Carlo VI. I deputati delle Piazze di Napoli protestavano con abbastanza energia contro quelle naturalizzazioni forzate, ma era giocoforza cedere. 3)
*) Si vedano di Ivi. SCHIP A Problemi napoletani agli inizi del secolo XVII7, Napoli, 1896, TI Regno di Napoli descrìtto nel 1713 da P. M. Boria* Nappli, 1899, Albori di Risorgimento nel Mezzogiorno d'Italia, Napoli, Miccoli, 1938, li Regno di Napoli al tempo di Carlo Borbone, Napoli, 1923.
z) Mediaste quei trattati ì napoletani avrebbero potuto trafficare in teoria con i Barbareschi. Ma, come giustamente scrive L. BIANCHINI, Storia delle finanze del Regno di Napoli, ivi, 1859, p. 282, essi erano inutili perchè non si aveva la forza di farli rispettare, inutile era venire a nudi patti con quei pirati. Si veda in proposito anche G, M. MONTI, L'espansione Mediterranea del Mezzogiorno d'Italia e della Sicilia, Bologna, Zanichelli, 1942, p. 296.
3) Moltissimi documenti sulla questione, con copia dello deliberazioni della deputazione di Napoli in merito alle naturalizzazioni e delle lettere stizzose inviate da Vienna dal conte Stella ai napoletani, sono contenuti nei voi. 151 e 152 della Nunzio tara di Napoli nell'Archivio vaticano.