Rassegna storica del Risorgimento

1720-1731 ; VIENNA (CONGRESSI DI)
anno <1948>   pagina <26>
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26 buggero Moscati
Cambrai. Se la questione delle investiture imperiali da accordarsi allo Infante era stata già regolata in precedenza, permaneva la vertenza delle guarnigioni straniere; e su quel terreno non era possibile un'intesa tra Austria e Spagna. Naturale invece un accordo tra la Corte di Vienna ed il nuòvo granduca di Toscana, Gian Gastone. Il quale, continuando la linea di condotta inaugurata alcuni mesi prima dal suo predecessore che s'era accorto di aver contato invano sull'appoggio delle Corti bor­boniche, ritenne necessario stabilire un'azione comune con Vienna, interessata ad impedire in tutti i modi la presenza di truppe spagnole in Italia. Le dilazioni che i ministri imperiali avevano uno allora otte­nuto e gli intralci che essi tuttora frapponevano ai negoziati del con­gresso erano seguiti con molto interesse da Gian Gastone, deciso a profittare del benefizio del tempo nella speranza che il congresso potesse riuscire a determinare una situazione tale da seppellire il ma­laugurato trattato di Londra con l'articolo 5 e le relative guarnigioni straniere, neutrali o spagnole che fossero.
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In presenza della tattica dilatoria delle potenze mediatrici che continuavano a tergiversare anche di fronte alle richieste di Filippo V e di Elisabetta Farnese, formulate a mezzo dell'ambasciatore spagnolo duca di Monteleone, che ebbe nell'agosto del 1724 il compito di porre alle strette i dirigenti della politica anglo-francese per deciderli a preci­sare il loro atteggiamento, si aveva frattanto a Madrid la netta im­pressione che Francia, Inghilterra ed Olanda si volessero servire della Spagna soltanto per spingere Carlo VI a subire la legge delle potenze marittime nella questione specifica della compagnia di Ostenda e fos­sero pronte, pur di ottenere quello scopo, a relegare in secondo piano se non addirittura a sacrificare i legittimi interessi spagnoli. La reazione della Spagna contro la Francia e l'Inghilterra, che si preparava da lungo tempo, ebbe una manifestazione immediata. Filippo V ed Elisabetta Farnese decisero di liberarsi una volta per sempre dalla tutela delle potenze mediatrici, iniziando, a mezzo del Ripperda, trattative dirette di pace con Carlo VI.
Giova riassumere lo svolgersi della missione del Ripperda sulla scorta delle osservazioni di un acuto e scrupolosissimo informatore contemporaneo, quale il Solaro di Breglio, ministro sardo a Vienna.l)
i) Cfr. Solaro da Breglio, Rei. cit. nell'Archivio di Stato di Torino.