Rassegna storica del Risorgimento
1720-1731 ; VIENNA (CONGRESSI DI)
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1948
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La politica estera degli Stati italiani, ecc. 27
Il Solaro comincia con il rilevare che sarebbe diffìcile mettere in rapporto l'inizio della missione del Ripperda presso la corte imperiale con la rottura del fidanzamento tra Luigi XV e l'infanta di Spagna e con il conseguente rinvio a Madrid delia principessa spagnola. La regina Elisabetta poteva avere qualche sentore della volontà della corte di Francia di rompere quel fidanzamento perchè Luigi XV potesse sposare al più presto una principessa meno giovane che desse una garanzia di una più sollecita successione al trono; ma furono le difficoltà in cui si dibatteva il congresso di Cambrai, i suoi continui rinvìi e il desiderio di sfruttare il proprio ritorno sul trono per sistemare una buona volta la posizione di don Carlos, a determinare l'atteggiamento di Elisabetta. La scelta del Ripperda, tipica figura di avventuriero settecentesco, che giustamente egli giudica un homme nardi et qui forme une mélange assez regulière d'esprit et de follie, de vastes idées et de légéreté fu determinata secondo il Solaro, oltre che dalla sua conoscenza personale con Io Zinzendorf, dalla sua speciale posizione; egli infatti non ricopriva ufficialmente nessuna carica a Madrid; la regina perciò lo giudicava più adatto di ogni altro a sondare le vere intenzioni della corte di Vienna, perchè al momento opportuno, se le trattative cioè non avessero avuto l'esito desiderato, essa aveva la possibilità di sconfessarlo senza compromettersi. Ma il Ripperda si rivelò un abilissimo negoziatóre. Un mese dopo il suo arrivo a Vienna, la conciliazione tra Filippo V e Carlo VI, facilitata dal comune rancore dei due sovrani verso l'Inghilterra, poteva dirsi un fatto compiuto :
Ripperda le lendemain de son arrivée à Vienne surprit de fort boa matin le comte de Zinzcndorff dans sa chambre et luy dit qu'il luy aportoit la paix de la part de l'Espague, qu'on; vouloit à Madrid que cefut l'ouvrage de luy comte de Ziur zendorff, que tout ce qu'on demaudoit c'ctol* de finir et très secretement vite que si lea intcntions de l'Empcreur cloient sinceres et equitables, corame l'Espa-gne c'en flatloit, f Empercur n'avoit qu'à dictcr Ics articlcs de la paix et d'une union indissolublc cntre l'Espague et luy, puisque l'intcntion du Roy et de la Reyne calolique etoient de s'ctircr de la dependancc de la France et Angleterrc, de se livrer à l'Empcreur et de l'aidcr de lcurs flol.tcs et de l'argcnt des ludcs pour soutcnir leurs intercts cotnniuns.
Zinzendurfi* m'at assure continua il Solaro que connoissant l'elloi-gnement inveterò de l'Empcreur pour tout co qui regardoit le Roy d'Espagne, il luy rcndit eompte avee beaucoup de circonspcetion des proposi tions ouvertes que l'Espagne faisoit, mais que l'Empcreur luy aiant fait connotare lo plaisir qu'il resscntoit à voix que son ennemi capital venoit luy demander la paix Vienne et luy offrir d'en Taire Ics conditions et qu'ayant remarquó que cela avoit fait tellc impression et téllcmeut floLlé l'Empercur, quo toute son aversion s'etoit d'abord tournée eu confianco.